Le tre fedi monoteiste, ebraismo, cristianesimo ed islamismo, si uniscono contro il coronavirus in una preghiera comune a Gerusalemme.

L’invocazione per la Città tre volte santa è stata scritta dai due rabbini capo di Israele per la “terribile situazione mondiale” e cercare una speranza, una luce. Questa preghiera ha visto l’adesione convinta dei capi delle Chiese cristiane in Terra Santa, il Patriarca greco ortodosso Theophilos III, il Patriarca latino Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa che si sono uniti ai due rabbini, il sefardita Yitzhak Yosef e l’askenazita David Lau, ed a loro gli Imam Gamal el Ubra e Agel Al-Atrash e il leader spirituale druso Mowafaq Tarif.

Una cerimonia trasmessa in live stream in tutto il mondo, i religiosi si sono trovati nel luogo “neutrale”, alle ore 15 locali, dell’albergo King David per chiedere insieme, uniti “a tutti i cittadini del mondo di unire le proprie forze e condurre una preghiera congiunta per la salute e l’unità“.

La  preghiera ha richiamato il Salmo 121, i religiosi hanno poi invocato il Signore di non abbandonare i propri figli: “In questi giorni turbolenti, continuiamo a sentire voci crescenti contro intere comunità. Questa nuova terribile realtà ha colpito tutta l’umanità senza distinzione di religione, genere o razza“.

L’Arcivescovo Pizzaballa ha sottolineato che “in tutto il mondo si soffre per il coronavirus e dobbiamo pregare. Soprattutto qui, perché Gerusalemme è la città di tutti i popoli che pregano qui ed è la città che rappresenta tutti i popoli, dal momento che questa malattia non conosce confini. Siamo tutti uniti per pregare l’Unico affinché abbia misericordia di noi“.

FONTEAnsa.it
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