Nella Baia di Los Angeles, in California, grazie a degli appositi droni sottomarini, alcuni ricercatori dell’Università di San Diego sono riusciti a riportare alla luce diverse migliaia di fusti contenenti scorie industriali – essenzialmente di DDT – abbandonati in diversi decenni ad una profondità superiori ai novecento metri.

Da una prima stima, i contenitori dovrebbero aggirarsi sui venticinquemila, situati nella zona sud della costa californiana, non troppo lontano dall’isola di Santa Catalina; per maggiore sicurezza, alcune squadre di sub dell’Istituto di Oceanografia dell’Università di San Diego stanno scandagliando il fondo alla ricerca di altri barili.

Al momento, ad essere stai controllati sono più di trentaseimila acri di fondale marino tra l’isola di Santa Catalina e la baia di Los Angeles, una zona già considerata come particolarmente inquinata, il cui ecosistema sembra presentare alti livelli di sostanze chimiche tossiche. Dalle informazioni che sono state raccolte finora, è emerso come il bacino marino di Los Angeles sia stato utilizzato al pari di una vera e propria discarica industriale di smaltimento illegale per svariati decenni, fin dai lontani anni ’30.

Per di più le compagnie industriali del Sud California hanno potuto usare la zona indisturbati fino all’emissione dell’Ocean Dumping Act, che ha proibito qualunque sversamento nell’oceano di materiale in grado di danneggiare o mettere in pericolo sia la salute umana che l’ambiente marino.

A sconcertare i ricercatori, inoltre, l’enorme quantità di rifiuti presente sui fondali; insieme ai fusti tossici, è stata trovata anche una vasta area usata come discarica di rottami; il punto da loro individuato si trova ad almeno venti km da Los Angeles e dodici km da Santa Catalina, in una zona alquanto profonda e nascosta.

Ora bisognerà analizzare quali potenziali effetti a lungo termine sulla vita marina e sulla salute umana possono esserci stati; inoltre, bisognerà rispondere agli interrogativi sul possibile impatto dell’esposizione prolungata sulla salute di animali e umani.

 

Fonte articolo: scripps.ucsd.edu & ctvnews.ca

 

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