Nel quartiere Sanità di Napoli, a due passi dal cimitero delle Fontanelle, esiste un basso rimasto chiuso per molti anni, che introduce all’Antica Napoli del sottosuolo. La porta si apre, ed il padrone di casa, don Vincenzo Galiero, fabbro del quartiere, accompagna i visitatori curiosi in…Acquaquiglia del Pozzaro, vale a dire un ambiente tufaceo sotterraneo, probabilmente scavato dai tagliamonte nel’600.

È proprio don Vincenzo a guidarci in questo affascinante viaggio, dove ci mostra cinque Pozzi, presso cui gli abitanti della zona, nonché un convento settecentesco oggi scomparso, attingevano l’acqua. I cunicoli di Acquaquiglia inglobavano anche una parte della casa del nonno di don Vincenzo, che qui lavorava il baccalà, proprio all’interno di 13 vasche ormai andate perse.

Lungo il percorso troviamo esposti antichi strumenti di lavoro, sculture, riggiole e tant’altro, tutti oggetti rinvenuti durante la fase di scavo. Ma la vera suggestione, parte nel momento in cui il signor Galiero incomincia la narrazione della storia del munaciello, ossia dello spiritello dispettoso che vestito da Monaco entrava nelle case e ne spaventava gli abitanti, oppure lasciava loro del denaro. Ma questa figura della tradizione napoletana, va identificata anche con i pozzari, ossia professionisti di piccola statura che si occupavano di alimentare l’acqua dei pozzi per le abitazioni, avendo di conseguenza libero accesso nelle case in qualsiasi momento. Abitazioni presso cui maliziosamente entravano quando le donne di casa erano sole, portando loro “conforto“.
L’origine del nome “Acquaquiglia”, pare risalga al 1500, e che tragga spunto da un’antica fontana di quel periodo sita nei pressi della chiesa di Santa Maria la Nova, la cui acqua di sicura provenienza dalla zona Capodimonte-Sanità era detta “aquilia” o “acquaquilia”,  riversandosi in una fontana del Molo Piccolo, recante una vasca a forma di conchiglia chiamata “Quaquilia”; da qui il nome di Acquaquiglia.

In una Napoli dalla storia millenaria, in cui il sottosuolo ha convissuto con la parte in superficie della città, l’Acquaquilia del Pozzaro rappresenta un ennesimo luogo magico e misterioso, dove la leggenda si alterna a narrazioni tra sacro e profano.

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Dott.ssa Assunta Mango, laureata in economia all’Università Federico II, giornalista, scrittrice, ricercatrice e mobility manager, addetta alla selezione e valutazione del personale nonché progettista presso il Comune di Napoli. Ha pubblicato: “Napoli Esoterica: I tre Decumani“, "Tempo e Tradizioni: I mestieri nel Presepe Napoletano", "Storie e leggende tra i due laghi“, "Mirate al cuore", "Io, sono Giuditta". Regista e sceneggiatrice di commedie teatrali e socia fondatrice dell’Associazione “Oltre i Resti“.