L’Annunciato piano di restyling che coinvolgerà l’intera area di Piazza Garibaldi, dopo anni di abbandono e di degrado (non solo sociale, ma anche commerciale e culturale) è un avvenimento utile per analizzare quello che viene giudicato, da molti, il “biglietto da visita” di chi, straniero e nostrano, giunge nella nostra città, ricca di storia e di cultura, ma anche di contraddizioni.

Da molti anni, ormai, la zona è diventata, suo malgrado, un quartiere multiculturale, dove la maggior parte dei negozi è gestita da cinesi e altre etnie, mentre la presenza di commercianti italiani è rappresentata, unicamente, da alcuni bar, pizzerie e da pochi negozi che trattano dagli articoli sanitari ai salumi, passando per le bancarelle, dove è possibile trovare numerose merci ai prezzi per tutte le tasche (gestite anche da stranieri).

Esclusi i problemi legati al commercio, le vicende legate alla violenza si concentrano in quello che molti definiscono “il nuovo Bronx”: la zona del Vasto, teatro di scontri e risse tra immigrati (dove spesso ci è scappato il morto) che stanno portando i residenti a un “punto di non ritorno”, in quello che, ad occhi inesperti, viene visto come un “Suk” destinato a trasformarsi, prima o poi, in una “zona di guerra”.

In un tale marasma di problemi, merita di essere citato uno di quei rari episodi positivi: la preghiera per la chiusura del ramadan (il mese di digiuno dall’alba al tramonto) avvenuta poco tempo fa, che ha mostrato migliaia di musulmani inginocchiati con il volto rivolto verso la Mecca; un segnale che mostra una comunità, quella islamica, spesso a centro di polemiche, che mostra il suo volto più pacifico, nel tentativo di dimostrare la propria appartenenza alla nostra città.

La riqualificazione di Piazza Garibaldi potrà essere un nuovo inizio per i suoi abitanti?

Solo il tempo saprà dirlo.

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