Talvolta la coscienza dell’essere umano si risveglia nel gridare a gran voce: “Pace”, anche mediante pochi esseri viventi coraggiosi che sfidano la guerra e il male.

Da due mesi ormai, anche se non lo vogliamo, siamo costretti a stare attaccati alle ultime notizie sull’invasione del territorio ucraino da parte delle forze della lega russa. Da due mesi il mondo trema di fronte al terrore che si materializzi all’improvviso lo spettro della guerra atomica che potrebbe caratterizzare il nostro futuro in tutta la sua crudezza e incertezza. E allora ho pensato di riportarmi alla nascita della cosiddetta “rosa bianca” cioè di un gruppo di resistenza tedesca nato per opporsi alla odiata dittatura del nazional socialismo, costituito da studenti e un professore, e basato su valori cristiani. Il gruppo ricorse ad azioni non violente nella Germania nazista dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i componenti principali del gruppo furono arrestati, processati e condannati a morte per decapitazione. Riporto per intero le parole del loro primo volantino: “Per un popolo civile non vi è nulla di più vergognoso che lasciarsi governare, senza opporre resistenza, da una cricca ci capi privi di scrupoli e dominati da torbidi istinti. Non è forse vero che ogni tedesco onesto prova vergogna per il suo governo? E chi di noi prevede l’onta che verrà su di noi e sui nostri figli, quando un giorno cadrà il velo dai nostri occhi e verranno alla luce i crimini più orrendi, che superano infinitamente ogni misura? Se il popolo tedesco è già così profondamente corrotto e decaduto nel più profondo della sua essenza, da rinunciare senza una minima reazione, con una fiducia sconsiderata in una legittimità discutibile della storia, al bene supremo dell’uomo che lo eleva al di sopra di ogni creatura, cioè la libera volontà, ovverosia la libertà che ha l’uomo di influenzare il corso della storia e di subordinarlo alle proprie decisioni razionali; se i tedeschi sono già così privi di ogni individualità, se sono diventati una massa vile e ottusa, allora sì che meritano la rovina. Goethe definisce i Tedeschi un popolo tragico come gli Ebrei e i Greci, ma oggi questo popolo sembra che sia piuttosto un gregge di adepti, superficiali, privi di volontà, succhiati fino al midollo, privi della loro essenza umana e disposti a lasciarsi spingere nel baratro. Così sembra ma non lo è. Ogni individuo è stato chiuso in una prigione spirituale mediante una violenza lenta, ingannatrice e sistematica; è soltanto quando si è trovato ridotto in catene, si è accorto della propria sventura. Soltanto pochi hanno compreso la rovina incombente, ed essi hanno pagato con la morte i loro eroici ammonimenti.

Si parlerà ancora del destino toccato a queste persone. Se ognuno aspetta che sia l’altro a dare l’avvio all’opposizione, i messaggeri della Nemesi vendicatrice si avvicineranno sempre di più; e allora anche l’ultima vittima sarà stata gettata senza scopo nelle fauci dell’insaziabile demone. Perciò ogni singolo, cosciente della propria responsabilità come membro della cultura cristiana ed occidentale, deve coscientemente difendersi con ogni sua forza, opporsi in quest’ultima ora al flagello dell’umanità, al fascismo ed a ogni sistema simile di Stato assoluto. Fate resistenza passiva, resistenza ovunque vi troviate; impedite che questa atea macchina da guerra continui a funzionare, prima che le altre città siano diventate un cumulo di macerie come Colonia, e prima che gli altri giovani tedeschi abbiano dato il loro sangue per ogni dove a causa dell’orgoglio smisurato di un criminale. Non dimenticate che ogni popolo merita il governo che tollera”! I volantini diffusi dalla “rosa bianca” furono sei e, dopo la loro morte, esattamente nel luglio del ’43 Thomas Mann rese onore al gruppo di resistenza dai microfoni della BBC. Gli aerei britannici lanciarono ben cinque milioni di copie del sesto volantino sulle città del nord-ovest della Germania. Non trovo le parole adatte per paragonare ciò che dissero questi studenti e il loro professore in quei sei volantini alla realtà di oggi, in cui “il maligno” probabilmente ha preso le sembianze di un essere umano, un solo essere, solo esteriormente umano, ma che ci ricorda incredibilmente Nimrod, sovrano di Babilonia che volle sfidare Dio costruendo un edificio leggendario, cioè la Torre di Babele.

Vorrei quindi concludere, rendendo omaggio ai valorosi combattenti ucraini e a tutti quelli che in questo momento combattono non perché vogliono la guerra, ma semplicemente perché vogliono la libertà e la pace. A tal proposito, voglio ricordare il breve ma incisivo discorso di Winston Churchill il 4 giugno 1940 nel giorno della ritirata dell’esercito dalle spiagge di Dunkerque in Francia: “combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e gli oceani, combatteremo con crescente forza nell’aria. Difenderemo la nostra isola qualunque possa essere il costo. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sui luoghi di sbarco, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline. Non ci arrenderemo mai!”. E così fu, come sappiamo! I lupi furono braccati, accerchiati, distrutti, anche se ciò comportò una ecatombe di morti, tra civili e militari: la II guerra Mondiale si chiuse con 68 milioni di morti!

La speranza è l’ultima a morire!

 

Fonte: Discorso di W. Churchil

Opere di Thomas Mann

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