Luca fa’ ‘mbresse, non altro che Luca Giordano, colui che partito dal naturalismo di Caravaggio e Jusepe de Ribera, divenne l’apripista del barocco come Pieter Paul Rubens, Giovanni Lanfranco e Pietro da Cortona, si snoda in questo racconto pittorico.

Una mostra filologica Luca Giordano. Dalla Natura alla Pittura (8 ottobre 2020 – 10 gennaio 2021) a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, ospite la Museo di Capodimonte da un’idea del direttore Sylvain Bellenger e di Christophe Leribault, direttore del Petit Palais di Parigi.

Un viaggio ‘elegante’ che in dieci sezioni con oltre novanta opere apre al mondo del ‘600 attraverso gli studi dei disegni dell’autore per catapultarci nella sua pittura, tra tavole e quadri, di racconti religiosi e di leggende classiche, avvolgendoci nei caldi colori o nelle ‘realistiche’ scene violente. Un allestimento raffinato che diventa un susseguirsi di ‘stanze delle meraviglie’, gli sguardi si alternano alle opere in confronto di altri autori sia esse in pittura sia esse in statue e manifatture di ceramiche.

Opere d’arte che arrivano da altri musei e istituzioni napoletane come il  Complesso dei Girolamini, Curia di Napoli, Museo e Certosa di San Martino, Museo Duca di Martina, Museo del Tesoro di San Gennaro, Pio Monte della Misericordia e tanti altri, ma anche da prestigiose istituzioni culturali straniere come Louvre, Prado, Patrimonio Nacional, Fondazione Santamarca e molte altre anche italiane come la Pinacoteca nazionale di Bologna o i Musei civili di Vicenza.

L’esposizione va a concludersi quasi come faceva il Giordano, ovvero se egli si concedeva di intervenire, con qualche colpo di pennello al termine del lavoro svolto dagli allievi, partiti da un suo disegno qeui forti contrasti chiaro-scurali, dai toni bruciati o caliginosi, trovano splendore nella ‘cappella interattiva’, dove sotto lo sguardo attento della città di Napoli, aprendo un sigillo, pregando e accendendo una candela votiva si è catapultati nel rapporto tra la città di Partenope e il pittore, suo figlio.

Un magico viaggio in cui ancora l’Arte fa sognare.

Articolo precedenteScoperte al tempio Saepinum Altilia
Articolo successivo“L’avvocato Rinaldi”, eroe delle cause impossibili!