La guerra in Ucraina iniziata dalla Russia ha già prodotto decine e decine di migliaia di morti da entrambe le parti. Da circa ottanta giorni, quotidianamente, giornali, talk show e canali tv si occupano di raccontare tutte le novità relative agli attuali eventi bellici ed economici dell’Invasione dello stato ucraino da parte delle forze militari russe. Si parla praticamente di tutti gli aspetti di questa “peste nera”: dalle offensive alle controffensive, degli aiuti economici e militari portati al paese aggredito, da parte di numerosi Paesi, sia comunitari che extracomunitari, fino ai massacri più che evidenti perpetrati dai soldati russi e filo-russi, attualmente oggetto di varie indagini sia nazionali che internazionali, degli incontri tra i Capi di Stato dei suddetti paesi, di possibili deportazioni di numerosi cittadini  in territorio nemico, dei morti, dei feriti, della gente che ha bisogno di cure o che è affamata.

Non indicherò il numero di questi feriti o morti, né mi dilungherò nel narrare o ripercorrere i precedenti storici e sociali della Russia o dell’Ucraina. Nulla di tutto questo!

Da due mesi il Papa è inascoltato e le sue parole non hanno trovato un riscontro, non riuscendo a raggiungere il cuore delle persone che magari sono la causa di tutto ciò e il suo grido di pace riassunto nella esclamazione “tacciano le armi” non è stato per nulla ben accolto e, mentre parlava, le bombe e i missili continuavano a colpire, a distruggere, a uccidere cittadini inermi. Due episodi di questi ultimi giorni mi hanno profondamente colpito. Il primo riguarda la drammatica esperienza vissuta da un agricoltore ucraino, tenuto in ostaggio per diversi giorni, torturato e segregato in uno spazio ristrettissimo ricoperto da un tombino, che ha mostrato i segni di quelle torture, ivi compresa la completa perdita di tutti i denti, a causa dei colpi che gli venivano inferti. Eppure, recentemente intervistato, ha sorriso normalmente, precisando che la cosa più importante per lui è stata quella di riuscire a sopravvivere a quella atroce esperienza, minimizzando le torture subite. Il secondo episodio riguarda una giovane donna, sposata e con due figli, che probabilmente a seguito di una esplosione ha perduto ambedue le gambe, ma che l’amore per il marito combattente e per i due figli le ha consentito di riprendersi la sua vita, il suo sorriso, il suo futuro: anche in questo caso la signora ha reagito nel migliore dei modi alla sventura occorsa e non ha dato ad essa alcun valore, né si è chiusa in se stessa. Io credo che questo popolo indomito meriti tutto il nostro rispetto e sostegno, sotto tutti gli aspetti. La fede, il coraggio, l’umanità e la tenacia di queste persone hanno costituito sin qui e costituiscono la loro parte forte, positiva, umana, lasciando un esempio per tutta l’umanità!

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