Le 26 virtù di Carlo di Borbone (parte terza)

Piazza Dante  le 13 Virtù dell’ emiciclo destro

14) L’Architettura militare. 15) La Speranza. 16) Lo Studio. 17) Il Valore. 18) La Pace. 19) La Meditazione. 20) La Nobiltà. 21) Il Merito. 22) La Costanza. 23) La Verità. 24) Le Belle arti liberali. 25) L’Abbondanza. 26) Il Riparo dal tradimento.

14) L ‘Architettura militare

Anche quest allegoria è di sicura attribuzione al consorzio di scultori napoletani  come risulta  da una fede di credito del Banco di Napoli. Quest’ altra virtù è rappresentata da un’ imponente figura femminile di chiara impronta classica con il volto fiero e severo. La sua testa è cinta da una corona turrita, il braccio sinistro disteso lungo il corpo regge uno scudo ovale. Lo scudo e le torri sono evidenti riferimenti alla fortificazioni e alla opere di difesa del regno. Sotto il  governo di Carlo iniziarono le fortificazioni  e le opere di difesa di molte città: per la realizzazione di queste opere il re si avvalse  della collaborazione dei  più valenti architetti dell’ epoca fra cui  Ferdinando Fuga e  Luigi  Vanvitelli.

15) La Speranza

La scultura che rappresenta questa allegoria  è una donna con il seno sinistro  scoperto  e con lo sguardo rivolto al cielo. La mano sinistra tiene un cartiglio in parte svolto e  la mano destra invece è appoggiata su di un timone sulla cui parte superiore è rappresentato il volto di un uomo. La speranza insieme alla fede e alla carità fa parte delle tre virtù teologali. La presenza  di una delle tre virtù teologali  fra quelle di re Carlo fa presupporre che il suo regno  sia  protetto da Dio. Anche quest’ opera è di chiara ispirazione classica.

16) Lo Studio

E’ una delle poche figure maschili rappresentate nelle statue  esposte sull’ emiciclo. Essendo di ottima fattura,  secondo lo studioso  Borrelli  è attribuibile al Sammartino. La scultura rappresenta  un giovane con una gamba appoggiata su di una pietra,  sulla  coscia il giovane poggia un libro tenuto con entrambe le mani. E’ una figura  tutta assorta nella lettura. Secondo Cesare Ripa nel suo trattato delle iconografie lo studio è stato  sempre rappresentato con un giovane. I giovani sono gli unici a potersi applicare con impegno per superare le fatiche dello studio. Già abbiamo accennato come re Carlo  tenesse agli  studi  finanziando e costituendo  scuole e università. Egli incentivò  la cultura classica finanziando gli scavi di Pompei ed Ercolano e la conservazione  della storia della civiltà classica e romana.

17) Il Valore

Attribuita  al Sammartino solo dal  Borrelli per l’eleganza e  la raffinatezza della sua finitura, l’ opera è di sicura attribuzione al consorzio di scultori napoletani. Anche questa virtù, come lo studio, è una delle poche impersonata da una giovane figura maschile,  a corpo nudo, solo con un mantello  attorcigliato lungo i fianchi. La sua mano destra è rivolta verso l’alto  e regge uno scettro,  simbolo dell’autorità regale,  ed una corona d’alloro.  L’alloro è un sempreverde  che simboleggia   la fama e la gloria imperitura attribuibili al sovrano. Il braccio sinistro è poggiato su di un fianco con  un gesto  interpretato come  volontà di autoaffermazione. Questa postura ricorda  quelle delle matrone popolari durante qualche litigio o discussione in cui si vuol affermare la propria superiorità con forza  e autorevolezza. Sempre  sul lato sinistro si può ammirare una pelle di leone che copre una clava . Questa chiaramente  è una simbologia riferita  alla forza e al valore di  Ercole.

18) La Pace

E’raffigurata in  questa scultura una giovane, elegante donna  che, a  piedi nudi e con passo fermo ed elegante, è nell’atto di seminare. Sparge il seme con la mano destra  e con la mano sinistra regge una coppa a forma di  piccola  cornucopia piena di spighe. Il suo capo è cinto da un diadema. E’ un’ opera che ritrae bene il movimento di questa figura.  La pace di solito è espressa con la cornucopia che è simbolo del raccolto e dell’ abbondanza che si creano in tempo di pace. La donna coronata di oro rappresenta la monarchia che semina grano e ricchezza nei periodi di pace. Per questo  è intesa anche  come allegoria della speranza delle fatiche  che producono frutti  nei periodi di pace. Con la venuta di Carlo di Borbone la città  ritrova la sua  identità di capitale ma anche quel fervore di opere  e quelle certezze economiche che procurano benessere  per tutti  grazie ad un governo che garantisce la pace. Carlo avvia grandi opere di urbanizzazione della città e favorisce commercio e scambi costruendo tra l’altro  i ” granili ” . Anche in quest’ opera si riconosce l’ ispirazione classica.

19) La Meditazione

Anche  questa è una  figura  femminile con il volto sereno ed il seno destro scoperto. Il corpo è  appoggiato su un tronco tagliato all’ altezza del braccio destro che a sua volte sorregge il proprio capo, intento e assorto nella lettura di un voluminoso libro;  è un opera di pregevole fattura napoletana per cui sia il Borrelli che il Fittipaldi l’ attribuiscono al solo scalpello di  Giuseppe Sammartino “per l’impronta personalissima del suo stile e le notevoli qualità formali”.

20) La Nobiltà

La Nobiltà è qui espressa con una  figura di una giovane donna con  un lungo abito (presso i romani solo alle donne nobili era consentito portare una veste lunga). Si ha l’impressione che la statua sia in movimento  con un incedere elegante. Con la mano sinistra sorregge il lembo del suo mantello e con la sinistra impugna uno scettro. Anche questa elegante e suggestiva scultura è opera del  consorzio di scultori napoletani  ed è stata  attribuita al Sammartino  solo dal Fittipaldi.

21) Il Merito

Il merito è una  delle virtù, attribuita al Sammartino  solo dal  Fittipaldi. E’ una scultura particolare essendo posta nell’ angolo fra la parte curva dell’ emiciclo e la parte frontale. E’ fruibile e ben visibile da  entrambi i lati. Rappresenta un giovanotto dal volto sereno e con in testa una  corona di alloro. Indossa una corazza e un mantello, la mano destra è appoggiata su di uno scudo. Porta come calzari i coturni. Secondo il Ripa: “Il Merito è la disposizione mercè del quale l’ uomo fa azioni degne di onore e di gloria”.  Il Vanvitelli, che ha progettato  l’emiciclo e commissionato e scelto le statue che  dovevano ornalo, aveva una precisa concezione del Merito, che ritroviamo anche  in alcuni stucchi della reggia di Caserta. Doveva essere raffigurato come un guerriero coronato d’alloro con l’arma rinfoderata e un libro “Il merito si doveva esprimere nel servire il re o nelle cose civili o in quelle militari…” E’ una statua di ottima fattura e ben rifinita.

22) La Costanza

Solo il  Fittipaldi attribuisce quest’ opera al Sammartino;  è l’ultima dell’emiciclo circolare destro prima  che inizi  l’ultima parte della costruzione.Trovandosi  sull’apice di un angolo e ben visibile da entrambi i lati.  La costanza è la virtù con la quale tutte le cose danno il loro frutto. La costanza è l’esercizio continuo di una virtù. E’ la successione ininterrotta di opere buone. E’ la convinzione profonda della verità e la indefettibile volontà di bene. La costanza si esprime nelle opere,  si fonda e costruisce nell’essere. La costanza di qualsiasi virtù ha le sue origini nella vita divina, che è principio e fonte di ogni opera buona. Questa scultura è caratterizzata  da una piacente fanciulla appoggiata ad una colonna su cui arde  una fiamma su cui ella pone la mano destra, aperta e sospesa a mezza altezza “una mano graziosa quasi infantile”. La costanza è una delle virtù minori. La colonna indica la sua fermezza e la fiamma ardente rappresenta la determinazione e la pazienza .

23) La Verità

La figura allegorica è rappresentata  da una leggiadra fanciulla,  coperta solo  da un sottile velo di cui si può notare “la trasparenza“. Il suo  seno sinistro  è scoperto. Il braccio sinistro è posto in alto e regge una specie di disco solare “antropomorfo”; con l’altra mano con grazia solleva un lembo della  leggiadra veste.  Il piede sinistro è sollevato e posto su di una sfera . Il sole indica la luce, caratteristica peculiare della verità. La luce  ci mostra ciò che è ; il buio lo  nasconde. La sfera sotto i piedi della giovane rappresenta la tera. Per questa ragione  la Verità  è superiore a tutte le altre cose del mondo. Anche quest’opera è una  scultura molto elegante e suggestiva, di ispirazione classica.

24) Le Belle arti liberali

Le belle arti liberali è una delle  sculture  di  sicura attribuzione al consorzio di scultori napoletani.

Rappresenta  l’ arte della pittura e  della scultura  che Carlo, grande mecenate, ha sempre favorito e finanziato. E’ doveroso  ricordare la preziosissima collezione Farnese che il sovrano ha donato  alla città prima dell’ abdicazione per il trono di Spagna e le numerose collezioni  provenienti dagli scavi di Ercolano. La Virtù è  rappresenta da un’  imponente figura femminile di ispirazione classica. La mano destra è rivolta verso l’alto e  sorregge uno scalpello e un pennello.  Nella  mano sinistra si scorge  un bastone conficcato nel terreno su cui si avvolge  uno stelo di pianta. Questa allegoria  con questi  strumenti indica  l’abilità degli artisti  nel riprodurre la natura esprimendola a volte  meglio di quello che appare.

25) L’Abbondanza

Dalla prudenza viene la pace e dalla pace viene l’abbondanza. Anche questa scultura è di sicura attribuzione al consorzio di scultori napoletani. L’opera  rappresenta   una giovane figura femminile con un lungo abito di velo. Il capo è cinto da una corona di fiori con grosse corolle. Il braccio destro sorregge un fascio di spighe di grano capovolto mentre il sinistro, rivolto verso  l’alto, sorregge un fascio di fiori simili a quelli che cingono la corona. La figura allegorica del buon governo spesso è  presente nell’ iconografia settecentesca  insieme alle allegorie del buon governo  e della pace.

26) Il Riparo  dal tradimento

Opera rappresentata da una figura maschile con una barba riccia, con il volto fiero e severo. Il braccio destro è disteso lungo il corpo con la mano aperta con il palmo verso il corpo. Il braccio sinistro è piegato al gomito e  trattiene un uccello dal collo lungo e dal becco sottile, sicuramente una cicogna; con la  mano  sostiene un ramoscello di platano. La cicogna è il nemico naturale della civetta, uccello infido e subdolo,(non per nulla è visto come uccello del cattivo augurio). La civetta non ama nidificare sulle piante di platano anzi lo evita. Platano e cicogna sono i migliori antagonisti di questo uccello quindi sono i migliori guardiani dalle  insidie della civetta. Anche qui si sono volute evidenziare le doti personali del sovrano che con la sua politica e il buon governo aveva messo il regno al sicuro da insidie e  tradimenti.

Parte prima      :   Introduzione e notizie storiche

Parte seconda  :  Le 13 Virtù dell’ emiciclo sinistro

 

Fonti Bibliografiche :

Da” Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II –  Napoli oltre il bicentenario: La memoria dell’ Istituzione  a cura di Vincenzo Raccioppi  Ed.2007: Le 26 virtù di Carlo  di Borbone ” Mimi  di  pietra su di un palcoscenico regale di Iole Benoffi

Da quaderni dell’ archivio storico del  banco di Napoli ed 2011-13: Il Foro Carolino  nuovi documenti , Eduardo Nappi.

 Icononologia overo descrittione d’ immagini delle virtù  di Cesare Ripa

Foto di Antonio Colecchia

 

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