La rubrica Mostri del Medioevo chiude con questo ultimo decimo articolo. Abbiamo raccontato di moltissimi uomini e donne, santi e papi, imperatori e re, signori e conti, cavalieri e capitani di ventura che hanno plasmato la forza dell’eroismo in vedetta e prepotenza, che hanno trasformato al giustizia e l’equità in supremazia e sottomissione, mutandosi in Mostri.

Abbiamo assaporato di orgogli e crudeltà, di corruzione della carne e dello spirito, così che i loro spiriti dannati ancora riecheggiano tra ricordi spaventosi e spettri e visioni nei luoghi che hanno vissuto. Abbarbicati in questa memoria storica tranciando il destino di tante persone sfortunate che li hanno incrociati sul loro cammino.

Terminiamo questo percorso nel Medioevo con le ultime donne, che ci porteranno in alcuni gironi danteschi ove non sono le vittime delle nefandezze terrene, ma le signore, le imperatrici, le duchesse dell’abominio, divenendo nella loro cattiveria demoni principi dell’inferno.

fredegonda e praetextatus di sir Lawrence Alma Tadema fonte ph: cutlermiles.com

Fredegonda la vedova sanguinaria. Nel ex Gallia romana, fin dal V secolo la presenza dei Franchi, popolo decisamente rude, ha portato alla distruzione e al saccheggio di numerosi villaggi. La dinastia merovingia, sua unificatrice, oltre che per le maniere forti, ha anche un debole per il concubinaggio. Tra questi spicca il re Chilperico I che fu esempio e maestro, scegliendosi la giovane dama Fredegonda come amante prediletta, pur essendo sposato con Audovera. Poco dopo ripudiò la moglie e allontanata l’amante, prese in sposa Galsuinda. Quest’ultima si ritrovò in un ambiente a lei poco consono e chiese di essere lasciata dal marito, il quale però istigato da Fredegonda che era ritornato nel suo talamo a compiacerlo, non solo non le concesse la libertà, ma poco dopo la fece strangolare nel sonno da un servo. Così per la donna iniziò la sua ascesa, era il 567, e divenne la nuova sposa. Ma l’accaduto scatenò una decennale guerra civile contro Sigeberto I, fratello di Chilperico, e la cognata Brunechilde. Quando ebbero la vittoria, Fredegonda trovò la soluzione definitiva commissionando l’omicidio: facendo trafiggere il malcapitato con il tipico pugnale franco, la scramassa, che per l’occasione fu intinto anche di veleno. Soggiogando Chilperico e usando la solita scusa di complotti e tradimenti, l’inarrestabile regina fece eliminare i figli che il re aveva avuto dalle prime nozze. Morti anche i suoi primi due figli, le restava un solo erede e scoperto il tradimento del marito: l’uomo morì pugnalato da uno sconosciuto.

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Solo per il gusto del sangue, secondo alcuni storici, o per paura di un ritorno, la regina Fredegonda fece giustiziare anche la prima moglie di suo marito, che era ‘rinchiusa’ in un castello. Inoltre tornata a corte, Rigonda, l’unica figlia della regina che doveva divenire regina dei Visigoti ma che si diede ad una vita dissoluta. Non ebbe buoni rapporti con la madre che, come ci narra Gregorio di Tours, tentò anche di ucciderla, schiacciandole il collo sotto il coperchio di un baule. Salvata a stento dalla furia omicida della madre, Rigonda, a detta di Gregorio, continuò la sua vita di dissoluzione e contrasti con la madre morendo sola ed abbandonata. La regina nel contempo assunse la reggenza in nome del figlio: ebbe buoni rapporti con suo cognato Gontrano, fin quando alla sua morte ne conquistò le terre.

Non da meno Isabella che fu nominata la sovrana dei roghi. Guidata spiritualmente dai francescani ed educata con amore nei primi anni di vita della madre, Isabella di Castiglia fu una regina dal piglio a dir poco autoritario.

fonte ph: tsd.altervista.org

Incoronata a Segovia il 13 dicembre 1474, consacra il regno a Dio e alle leggi della Chiesa, pochi anni dopo introdusse nel regno l’Inquisizione, che rispondeva direttamente alla corona, come strumento cattolico per indagare e punire i sostenitori di teorie eretiche. Nel 1492, Isabella firma il decreto di espulsione di tutti gli ebrei dal regno iberico che fu per lei un discreto affare visto che agli oltre 200 mila ebrei viene fatto divieto di portare con sé in esilio metalli e denaro che entrarono nelle sue casse. L’inquisizione di Isabella bruciò vivi gli eretici e, anche se in misura minore, le streghe. Vennero torturate ed arse migliaia di persone, spesso a seguito di processi intentati per invidia e desideri di vendetta. Impossibile stimare quanti uomini e donne siano morti e quanti in particolare negli anni in cui ella regnò. Altra assetata di sangue che regnò con lo stesso fervore fu la nipote Maria Tudor che dal suo albero genealogico produsse molti frutti, alcuni dei quali velenosi, detta appunto Bloody Mary.

Maria I Tudor, ritratto di Anthonis Mor. Fonte ph: wikipedia

In cinque anni di regno, dal 1553 al 1558, dimostrò tutto il suo furore di fanatica religiosa. La sua incrollabile fede cattolica fece sì che eretici e protestanti fossero appesi per la testa alle porte di Londra, oppure arsi vivi o sgozzati. Maria quando salì sul trono di Inghilterra si considerò la rappresentante in terra di Dio, con la quale gli infedeli devono fare i conti. Fece giustiziare almeno 300 oppositori religiosi tra cui Thomas Cranmer, arcivescovo anglicano inglese. Il sangue dei protestanti sarà versato per anni finché nel 1558, poco più che quarantenne, per un tumore alle ovaie, con illusione di essere in procinto di partorire, morì.

Ultima tra queste donne malvagie, spicca Erzsébet Bathory soprannominata la “Contessa Dracula” o “Contessa Sanguinaria”. Donna nobile e serial killer, sadica torturatrice incallita, sanguinaria insaziabile: la contessa Erzsébet è passata alla storia per aver massacrato decine di giovani donne. Nata nel 1560 a Nyírbátor in Ungheria, all’età di 11 anni fu promessa al nobile Ferenc Nádasdy, che sposa quattro anni dopo.

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Da subito va vivere con lui nel castello di Catchice, Slovacchia, che diviene presto una vera casa degli orrori. Per passare il tempo quando il marito era lontano da casa, Erzsébet cominciò a far visite alla contessa Karla, sua zia, ed a partecipare alle orge da lei organizzate. Conobbe nello stesso periodo Dorothea Szentes, un’esperta di magia nera che incoraggiò le sue tendenze sadiche e stregoneria. Erzsébet riteneva un affronto intollerabile la fuga di una serva e la punizione era quasi sempre la morte: così avvenne per la dodicenne Dora, che dopo la cattura la costrinse ad entrare in una gabbia cilindrica troppo stretta per sedersi e troppo bassa per stare in piedi, e quando la gabbia venne sollevata da terra tramite delle carrucole fu spinta contro dei paletti appuntiti. Alla morte del marito soprannominato il cavaliere nero per la ferocia dimostrata in battaglia, lei eredità un patrimonio immenso. In quegli anni nel pieno inverno, fece condurre nel cortile, sotto la sua finestra, delle ragazze denudate a cui fece versare acqua addosso facendole morire per assideramento. Siamo nel 1604 quando la sua passione divenne oramai l’omicidio seriale di giovani donne, torturando ragazze con bastonate, frustate, ferite di coltello, aghi e forbici, acqua ghiacciata e ferri roventi.

Fonte ph: echidistoria

Secondo un diario trovato durante la perquisizione in casa sua, le vittime sarebbero 650, e ciò farebbe di lei la peggiore e più prolifica assassina seriale mai esistita; ma gli storici tengono per vera la stima delle 100/300 vittime e sono scettici circa la veridicità e/o esistenza di questo diario. Per un caso delle gocce di una giovane vergine torturata le sporcarono la mano, da quel momento pensò che le facessero ringiovanire la pelle, così cominciò a torturare e ad uccidere barbaramente giovani contadine, e in seguito, anche le figlie della piccola nobiltà con la scusante di aver creato un’accademia, per farsi i bagni di sangue. Si narra che la Contessa abbia fatto costruire da un orologiaio svizzero un marchingegno chiamato “vergine di ferro” (simile alla futura vergine di Norimberga). Intervenne l’imperatore dopo le varie denunce e sparizioni e fu colta sul fatto. Venne incriminata e murata viva in una stanza del suo stesso castello, con un foro per ricevere il cibo. Morì quattro anni più tardi, lasciandosi morire di fame in quella cella.

Donne assetate di sangue, forse perché il loro oramai corrotto dal male e dalla putrefazione dell’anima, aveva bisogno di sangue puro per rigenerarsi? Non ci sarà mai risposta per ciò che è accaduto e per le loro scelte, ma certamente giudicare diviene cosa istintiva, e inserirle tra i Mostri del Medioevo non è stato difficile.

FONTEwikipedia; medioevomisterioso; echidistoria; historiatestistemporum.forumfree.it; cutlermiles.com; draculainlove.wordpress.com; tsd.altervista.org;
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