La Madonna delle galline

“Mamma r’ ‘e galline mie, miettece ‘a mana toia “

Nella zona tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Salerno, con le sue campagne e città antichissime come Pompei, Scafati, Nocera Inferiore, Pagani, la celebrazione delle festività religiose, in particolar modo quelle legate culto della Madonna, offre il pretesto per le annuali tarantelle e tammurriate. Queste manifestazioni di folkore accompagnano  messe solenni e  sontuose processioni.

 Nel 2020 sono state annullate tutte le celebrazioni pubbliche a causa delle restrizioni e del distanziamento sociale per la pandemia, nel 2021 invece  si sono svolte solo quelle in  chiesa con un numero limitato di fedeli.

“Mamma d’o Carmelo nuosto facce campà  dint’ ‘a nu munno chine ‘ e bene. Facce vedè nu munno senza pene.”
Di Vicipaedianus x – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32991205

La prima domenica dopo Pasqua si celebra a Pagani, in provincia di Salerno, la festa, antichissima, della Madonna delle galline. Una festa suggestiva piena di gioia, fede e credenza popolare. La leggenda vuole che sia nata nel lontano 1500, quando una domenica subito dopo Pasqua, un gruppo di galline dissotterrò con le zampe una tavola dipinta raffigurante Maria del Carmelo. L’ immagine fu  nascosta lì per farla sfuggire alle furie iconoclastiche dei saraceni che alcuni secoli prima avevano invaso e distrutto la zona con le loro scorrerie. Proprio in quel luogo sorse una cappella per custodirne l’immagine, la sua fama aumentò quando nel 1609 uno storpio, che si era addormentato nello “spogliaturo” di questa cappella, vide nel sonno la Madonna che lo invitò ad alzarsi e a buttare le stampelle.

Dopo il miracolo

Il miracolo attirò sulla piccola cappella l’attenzione generale della popolazione, e non solo, e nel giro di pochissimo tempo ci furono nuove guarigioni. Fu deciso, allora, di costruire una chiesa più degna e più grande per accogliere i fedeli e nel 1610, mons. Lunadoro, vescovo della diocesi di Nocera, decide che: “…per il concorso del popolo devoto, ch’ivi lassa larghe elemosine si dà cominciamento ad una Chiesa molto più capace…”. E così fu costruito il santuario della Madonna del Carmelo.

Miti Pagani

Altri invece, secondo la tradizione pagana, fanno risalire l’usanza di questa festa a quando, nel giorno della festa, le strade del paesino campano si riempivano di migliaia di pennuti. Un retaggio, questo, degli usi pagani ereditati dalla devozione verso la dea Demetra, protettrice della natura e dei raccolti.

Usanze e tradizioni

Come vuole la tradizione, tra stradine e viottoli di campagna, “a Maronna esce ‘e nove e s’arritira a calata ‘e ll’ora”, cioè “esce alle nove e torna al tramonto”. Il baldacchino con la Madonna seguito dalla processione dei fedeli percorre le strade del paese invase di pennuti chioccianti, mentre gli abitanti di Pagani lanciano fiori e si raccomandano alla Vergine del Carmelo. Canti e balli accompagnano il percorso famoso e l’ antico canto da ” ffigliola “.

Di IgnazioWiki – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7404258

Storia della festa

E’ documentato che anche Santo Alfonso dei Liguori, dottore della chiesa, partecipava alla festa e attendeva il passaggio della processione sul sagrato del convento e offriva alla Vergine due galline bianche. Per tutto il percorso ci sono coperte stese, fiori e coriandoli al
passaggio della statua lignea della Madonna. Nei cortili si preparano i “toselli” una specie di altarini dove la processione fa piccole soste e dove si improvvisano canti balli e tammurriate. Contemporaneamente vengono esplosi petardi e castagnole che non spaventano affatto i polli, i pavoni o le tortore appollaiate sulla statua della Vergine.

Si dice che i polli più belli vadano spontaneamente ad offrirsi alla Madonna. Durante la processione i genitori fanno passare per buon augurio i loro bambini sotto il trono della Madonna. Secondo la tradizione gastronomica in questo giorno dalle case si spande per le strade il profumo del ragù. Questa gustosa salsa dovrà condire tagliolini rigorosamente fatti in casa, per contorno i carciofi arrostiti. E non deve mancare il buon vino.

E non finisce qui….Per rispetto della tradizione ci si deve schizzare di sugo la camicia.
Dopo pranzo, la festa continua: aiutati dal vino, iniziano vere e proprie gare di canti, tammurriate e tarantelle,  si balla e si canta fino all’alba.

Sono canti improvvisati e la gente si lascia andare nei balli più sfrenati e amorosi, perfino i “femminelli” con i loro acuti allietano questa singolare e spettacolare festa. Suoni e canti si alternano per tutta la notte fino al mattino, quando riapre il santuario e si consegnano le tammorre alla Madonna, quasi a dichiarare chiuso il rito di fede e tradizione.

Di IgnazioWiki - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=74042385
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Articoli dell stesso autore :

Su :   “Oltre i Resti”  “Whipart magazine”

Per saperne di più :

Mario VassalluzzoLa Madonna delle galline a raggi X “Editore – Pagani 1987

Lazzaro Longobardi ” Storia del Santuario della Madonna delle galline  venerata nella città di Pagani, a cura di Alfonso Russo- Pagani 1986

Franco Maria Viganò ” Madonna delle Galline” – Salerno 2007

Internet  :

Foto da wikipedia ed internet

 

 

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