In occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, si sono svolti, in tutta Italia, un gran numero di eventi, presentazioni e incontri.
Fino ad ora, però, tra l’ampia produzione che si è avuta nel corso della celebrazione dell’anniversario, sembrava proprio mancasse il contributo della settima arte, il cinema.
Ci ha pensato il regista napoletano Fabrizio Bancale, che, con il docufilm “Dante: l’esilio di un poeta” (prodotto dalla Società Dante Alighieri), intende raccontare i duri anni dell’esilio del più importante letterato italiano.

Molto interessante la scelta dei luoghi, che rispecchiano quasi tutte le corti e le città frequentate da Dante nel corso delle sue peregrinazioni.
Si passa, infatti, dalla Verona scaligera alle rive dell’Arno, dalla Lunigiana (sede della corte dei Malaspina) a Ravenna dove trovò la morte, visitando i luoghi in cui è nata non solo la Commedia, ma anche quasi tutto il resto della produzione dantesca.
“Il nostro sarà un viaggio reale e visionario che, partendo dai luoghi e attraversando alcune delle pagine più significative della produzione dantesca, vuole provare a stimolare nuove prospettive, suggestioni, incantamenti” spiega il regista napoletano.

Ad accompagnare la trattazione seria, supportata dal contributo di dantisti e associazioni di appassionati, saranno “personaggi strani, grotteschi, a volte comici, a volte drammatici, come maschere teatrali. Sono apparizioni, visioni, anime erranti, proprio come il nostro Dante”.
In particolare, Gigi Savoia indosserà i panni di un clochard, Canio Loguercio e Giovanna Famulari quelli di musicisti di strada, Paola Tortora sarà una turista con la passione del disegno e Alfonso Desentre un monaco.

“Dante: l’esilio di un poeta” è stato scritto dallo stesso Bancale, con la collaborazione di Germano Rubbi, la direzione artistica di Lamberto Lambertini e le consulenze storiche di Alberto Casadei, Gino Ruozzi e Marco Veglia.
Le riprese sono già iniziate in Emilia-Romagna; il docufilm sarà pronto, secondo il regista, verso la fine dell’estate.

FONTEAnsa.it
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