L’attesa della morte.

Un momento che giunge per tutti gli esseri viventi, costretti non solo a lasciare le persone amate, ma anche a doversi – volenti o meno – guardare alle spalle, analizzando le azioni commesse e la strada intrapresa, per non parlare degli errori fatti più o meno coscientemente. In tale circostanza, diventa inevitabile confrontarsi sulle “vecchie questioni” rimaste aperte in famiglia, e che non sempre possono essere risolte, nonostante gli sforzi per appianare le divergenze – diventate intanto “gigantesche e mastodontiche” – nell’inutile speranza di potersi ritrovare con la “coscienza pulita”.

A trovarsi maggiormente coinvolti in tutto ciò, i minori, che spesso faticano a comprendere i meccanismiartificiosi ed ipocriti” degli adulti, che malamente riescono a mascherare i loro rancori, rimasti ad incancrenirsi a lungo, fino a raggiungere il “punto di rottura” definitivo. Senza volerlo, sono loro ad assorbire dei “meccanismi comportamentali” che rischiano di emulare, finendo per agire in una maniera meschina senza nemmeno rendersene conto, e condannandoli a continuare una sorta di “perversa eredità familiare”, che faticosamente potranno lasciarsi davvero alle proprie spalle.

Ad indagare sulle gioie e dolori di una famigliaalquanto disastrata” per una “morte annunciata”, il regista svedese Ingmar Bergman in una pellicola dalle immagini sobrie, austere e rigorose che conducono a una serie di rappresentazioni sullo squilibrio mentale che può crearsi tra due sorelle che potrebbero benissimo rappresentare due aspetti di una medesima personalità: Tystnaden (nel nostro paese ribattezzato con il titolo de Il Silenzio).

Di ritorno dalla villeggiatura, le sorelle Anna ed Ester sono costrette a prendere alloggio in un albergo, in un paese chiamato Timoka quando quest’ultima si sente improvvisamente male. Insieme a loro vi è Johan – il figlio di Anna – che, disperatamente, cerca di non assistere alle loro schermaglie legate al passato, e di distrarsi prima osservando un quadro che rappresenta il mito di Nesso e Deianira, intrattenendosi poco dopo con una troupe di nani spagnoli. Mentre Ester rimane bloccata in un letto, Anna sceglie di divertirsi con uno sconosciuto e, in seguito, decide di lasciarla al suo destino, salendo su un treno insieme a Johan, che ha scelto di rivederla un’ultima volta e di non seguire l’esempio di sua madre, fredda e crudele.

FONTEwikipedia.org
Articolo precedenteAlzheimer? Dipende da te e da quello che mangi
Articolo successivoParigi: nel suo cuore si celava una necropoli gallo-romana