Casu Marzu, ovvero “formaggio marcio”, è un pecorino colonizzato dalle larve delle mosche, è prodotti da secoli dai pastori in Sardegna durante la fine del mese di giugno ma è pronto al commercio solo tre mesi dopo la fine della sua lavorazione. Non è un formaggio che si vende nei supermercati come tutti gli altri, è dagli anni 70 infatti, che è diventato illegale poiché all’interno ha diversi insetti che lo rendono cremoso e dal sapore molto forte. Vendere questo tipo di prodotto, significa mettere in conto di dover pagare fino a 50mila euro di multa.

La Cnn ha dedicato un reportage al Casu Marzu in merito al suo sapore forte e difficile da mandar via, ricorda i pascoli mediterranei e superare il suo disgusto è davvero un’impresa complessa. Diverse sono le opinioni del popolo però, c’è chi dice che potrebbe anche essere un formaggio “afrodisiaco”, altri invece sostengono quanto possa essere dannoso alla salute umana, vista la presenza di vermi che potrebbero dare filo da torcere all’intestino.

Anche se illegale da vendere, il Casu Marzu da sempre è messo sulle tavole sarde e Paolo Solinas, gastronomo sardo di 29 anni, ha spiegato che la presenza delle larve, rende il formaggio personale, della propria terra che solo in pochi possono assaggiare. Giovanni Fancello, giornalista e gastronomo di 77 anni, sostiene che è da tantissimi anni che la popolazione è abituata a mangiare vermi, risalendo anche a Aristotele e Plinio il Vecchio.  Infine Roberto Fiore, responsabile di Skylab FoodLab in Sardegna, in modo sarcastico ha affermato che nessuno è mai morto dopo aver mangiato questo formaggio e che coloro che hanno lavorato per mesi sul prodotto forse erano ubriachi, motivo per cui quando sei a tavola a mangiare il formaggio, lo accompagni con una bella bottiglia di vino.

Nel 2005, diversi ricercatori dell’Università di Sassari hanno superato un primo step per legalizzare il Casu Marzu. Come?

Allevando delle mosche in laboratorio per poi infettarle con il pecorino come dimostrazione che il processo può tranquillamente avvenire anche in modo preciso e controllato. È alla luce di questo quindi, che i sardi e i ricercatori sono speranzosi nell’Unione Europea, che possa esprimersi a favore della legalizzazione del Casu Marzu.

 

Fonte foto: informacibo.ti

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Dott.ssa Marianna Amendola, laureata in Scienze della comunicazione presso l’universita Suororsola Benincasa. Iscritta attualmente al corso magistrale di comunicazione pubblica politica e sociale presso l’università Federico secondo. Insegnante e tecnico societario iscritta all'albo degli istruttori di ginnastica ritmica presso la FGI.