Dopo un quarto di secolo trascorso con il regime del 41 bis, Francesco Schiavone detto “Sandokan” – custode dei più importanti segreti della camorra casalese – ha deciso di iniziare un percorso di collaborazione con le autorità. Considerato il capo indiscusso del clan dei Casalesi, era finito in manette nel luglio del 1998 e recluso in regime di carcere duro, al pari dell’altro storico capo Francesco Bidognetti – soprannominato “Cicciotto e Mezzanotte” – e Michele ZagariaCapastorta”. Condannato all’ergastolo per numerosi omicidi nel corso del maxiprocesso Spartacus, la sua decisione potrebbe portare alla risoluzione di numerosi misteri rimasti insoluti, tra cui l’uccisione in Brasile alla fine degli anni ’80 del fondatore Antonio Bardellino, come pure i pesanti intrecci tra camorra e politica in ambito imprenditoriale. In particolare, si farebbe luce sui numerosi “fatti di sangue” succedutisi negli anni, sul come uno dei gruppi criminali tra i più pericolosi in Europa sia riuscita a sopravvivere così a lungo e la creazione della “Terra dei Fuochi” con lo smaltimento e gli sversamenti abusivi di rifiuti speciali.

FONTEansa.it
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