La battaglia di Avarico contro i Galli Biturigi fu combattuta dai Romani, guidati da Caio Giulio Cesare della gens lulia. A seguito degli accordi del primo triumvirato (una vera e propria alleanza politica non ufficiale con Gneo Pompeo e Marco Licinio Crasso). Cesare fu nominato governatore della Gallia Cisalpina, che in effetti comprendeva un ampio territorio dalle Alpi agli Appennini, all’Adriatico, all’Illirico, alla Gallia Narbonense. Giulio Cesare raggiunse la Gallia nel 58 A.C., dopo il consolato del 59 A.C. Dopo alcuni anni di varie battaglie con i Galli arriviamo alla battaglia di Avarico. Questa si svolse dopo i massacri perpetrati nei confronti di coloni romani, mercanti e cittadini di alcune città della Gallia. Il proconsole romano con la sua proverbiale rapidità attraversò le Alpi con una parte del suo esercito per ricongiungersi alle residue legioni lasciate a svernare in Gallia. Qui occupò varie città, per poi assediare Avarico difesa da 10.000 Galli Biturigi e dagli abitanti. In questa battaglia impegnò ben 8 legioni (circa 35.000 uomini) oltre a circa 5000 truppe ausiliarie. Giulio Cesare costruì’ un terrapieno di fronte alle mura di Avarico, e le vinee, cioè lunghe costruzioni in legno chiuse nella parte superiore con pelli bagnate all’esterno per evitare incendi causati da frecce incendiarie scagliate dagli assediati. Le vinee servivano a proteggere i soldati romani durante l’assalto. I Romani costruirono anche due torri a più piani indispensabili per l’assalto alle mura di Avarico.

L’assedio durò almeno trenta giorni. Approfittando di un temporale nel frattempo scoppiato, Giulio Cesare ordinò finalmente ai suoi soldati di attaccare. I militi irruppero sugli spalti della città e, dopo durissimi combattimenti corpo a corpo, ebbero la meglio sui Galli assediati. Bruciarono Avarico e massacrarono tutta la popolazione, senza risparmiare in alcun modo né le donne né i vecchi e i bambini.

In quella occasione i Romani riportarono scarse perdite, ma circa 40.000 Galli trovarono la morte. Solo 800 persone riuscirono a fuggire ed a sopravvivere. Grande fu la crudeltà dei Romani nell’assedio di Avarico, probabilmente anche snervati dal lungo assedio.

 

 

FONTEDe Bello Gallico di Giulio Cesare
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