La paura di amare.

Una sensazione che accompagna chi brama di vedere corrisposto il proprio sentimento, trovandosi a dover affrontare, in parallelo, la paura di essere rifiutato dalla persona che si pensa di amare, dimostrandosi incapace di poter affrontare un eventuale rifiuto. Quello che si prova, a livello emotivo, è simile a un profondo tumulto interiore, in grado di entrare vivamente in contrasto tra quella che è la naturale tensione verso alla felicità e un’amara constatazione sulla presenza del male e del dolore nella vita che si è spinti a portare avanti.

Quando ad esso subentra una delusione, si può assistere a una degenerazione delle proprie capacità affettive, che possono portare a una completa e totale insicurezza, in grado di rendere una persona incapace di vivere per bene la propria vita. In alcuni casi, ci si ritrova a sentirsi come un “lupo ferito”, che rifiuta ogni contatto in quanto convinto che potrà portarli solo ed unicamente sofferenza e dolore, fino ad arrivare ad isolarsi in quanto “unico modo” per difendersi da un mondo crudele e feroce.

Ad analizzare quello che può sembrare alla stregua di un “amore nato male” attraverso un attento “studio dei personaggi” e una commistione tra danza e sentimenti umani che si alternano in parallelo agli eventi narrati dalla macchina da presa, Ingmar Bergman con Sommarlek (distribuito in Italia con il titolo Una Storia D’Amore).

Marie, una ballerina, durante una prova per un balletto importante, riceve un diario appartenuto a Henrik, un uomo da lei amato in un’estate di quasi quindici anni prima, e deceduto in un incidente. Pochi giorni dopo, decide di recarsi nei pressi dello chalet vicino al mare dove aveva vissuto quei giorni meravigliosi, trovando a rivivere dei dolori che non aveva affatto sepolto per sempre.

In cerca di conforto, sceglierà di ascoltare il suo maestro di ballo, e di concentrarsi sul presente, deciderà di far conoscere questo pezzo del suo passato a David, un giornalista innamorato di lei, che sceglierà di rimanerle accanto, mettendo fine a un meccanismo che l’avvinghiava da tempo.

FONTEwikipedia.org
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