Un team di ricercatori dell’Università di Firenze, nel tentativo di risolvere l’enigma dell’esistenza degli Etruschi, ha iniziato a studiarne il DNA, scoprendo che potrebbero discendere da gruppi di pastori giunti dalle steppe durante il tardo neolitico e l’età del bronzo, per poi condividere il proprio patrimonio genetico con persone che vivevano nell’antica Roma. Secondo lo storico greco Erodoto, però, essi migrarono dall’Anatolia o dall’Egeo e la loro cultura discenderebbe dunque da quella greca, anche se diversi antropologi sostengono che sarebbero originari da una popolazione indigena insediata da tempo nel Lazio, rivelandosi come una civiltà autoctona. A conferma di ciò, lo studio da parte dell’Università di Tubinga in Germania, che ha analizzato i campioni genetici di individui in un arco temporale che va dall‘800 a.C. al 1000 d.C. nell’Etruria e nell’Italia meridionale, confrontandoli con il DNA di altre popolazioni antiche e moderne.

Da ciò è emerso come essi condividevano un profilo genetico con popolazioni come i Latini, che vivevano a Roma nello stesso periodo, nonostante le profonde differenze linguistiche e culturali significative presenti in entrambi i gruppi. Nonostante diverse “similitudini genetiche” attribuibili ad antenati legati alla steppa, l’enigma legato alla loro lingua rimane senza risposte. Recenti studi, però, la collegano a un gruppo proposto chiamato “lingue tirseniche”, come il Retico e il Lemno, diffusesi nella loro zona di influenza come punto di origine. Con il sorgere dell’Impero Romano, la popolazione etrusca è stata sottoposta a un cambiamento genetico, dato che le persone del Mediterraneo orientale hanno finito per mescolarsi con la popolazione italiana, per via dell’importazione di schiavi e soldati. Solo con il suo crollo, i profili genetici subirono ascendenze nordeuropee che si diffusero in tutta la penisola. Tale risultato si ebbe con l’invasione dei Longobardi dalla Germania e dalla Svezia, che riuscirono a conquistare e governare gran parte dell’Italia dal 568 al 774 d.C.

FONTEreccom.org
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