All’interno del fondo Leopardiano, che viene conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, è stato scoperto un “quadernetto” redatto da Giacomo Leopardi quando aveva appena 16 anni. Composto da quattro mezzi fogli, che sono stati ripiegati nel mezzo allo scopo di ottenere otto facciate, recano non solo una lunga e fitta lista alfabetica dedicata ad autori antichi e tardo antichi, ma anche una serie di riferimenti di tipo numerico. La sua scoperta permette di confermare l’importanza della raccolta leopardiana napoletana che così risulta più completa, permettendo di mettere a disposizione degli studiosi un panorama integrale della sua opera. In tale caso ci si trova di fronte ad un suo scritto di quando era assiduo frequentatore della biblioteca paterna; qui riesce a realizzare un accurato e capillare spoglio dell’Opera omnia di Giuliano Imperatore, utilizzando l’edizione di Ezechiel Spanheim per farlo. Proprio grazie alla biblioteca del padre, Leopardi poté iniziare i suoi studi da autodidatta, mostrandosi da subito uno studioso curioso, già provvisto di un accurato metodo di lavoro, cosa che rappresenterà la caratteristica costante del suo percorso umano e artistico.

FONTEansa.it
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