Non dimentichiamo i più deboli: Napoli non passa oltre la sofferenza; Napoli ha nel suo DNA la cultura dell’altro, del sostegno a chi non è fortunato; dell’accoglienza e del rispetto per la sofferenza.

Abbiamo incontrato Enzo Aiello che descrive la sua esperienza di volontario e ci illustra gli scopi e le criticità che affrontano nell’aiutare gli “ultimi”: rimbocchiamoci le maniche e diamo una mano.
“Mi chiamo Enzo, faccio parte della comunità di S. Egidio da molti anni fin dai primi anni di Università, abito a Napoli ed insegno in una scuola media del centro storico della città.
Come forse molti già sapranno la Comunità è nata a Roma nel 1968 avendo come anima l’ascolto della Parola di Dio e l’amore per i poveri e il lavoro e l’impegno per la pace nelle situazioni di guerra che investono tanti popoli.

Questo amore si è diffuso in Italia, in Europa ed in tutto il mondo, attualmente in più di 70 Paesi, coinvolgendo decine di migliaia di persone.
Con la Comunità sin da giovane ho percorso le strade delle periferie della nostra città, stabilendo rapporti di amicizia ed aiuto con i più bisognosi, come gli anziani, i senza fissa dimora ed i carcerati.
Tali incontri mi hanno formato e mi hanno fatto capire la vita, le hanno dato un senso bello alla luce del Vangelo.

In questo momento viviamo tutti una situazione di paura, d’allarme, dobbiamo stare in casa per combattere insieme un male che colpisce tanti, in Italia soprattutto i più anziani e che potrebbe colpire ciascuno di noi.
Ma questa situazione infierisce sulla vita dei più fragili come gli anziani, che meno degli altri devono uscire di casa e si trovano a vivere in una situazione, spesso di maggiore isolamento e solitudine.

Per questo tanti giovani della Comunità di S. Egidio, che in tempi normali dedicano parte del loro tempo alla visita degli anziani in istituto ed a quelli soli a casa, pur non potendo portare loro allegria ed amicizia direttamente, si sono attivati telefonando loro, scrivendo lettere, usando i “social” (ma sappiamo che tanti anziani non sono avvezzi al loro uso) ed in alcuni casi, quando possibile con le dovute precauzioni, facendo arrivare loro la spesa ed altri generi di prima necessità.

Tante volte “una telefonata salva la vita” non è solo uno slogan pubblicitario.
Ma oltre agli anziani, tante altre persone stanno vivendo un momento disperato: i senza fissa dimora. A tutti è stato detto ed imposto giustamente di stare a casa e di uscire solo per motivi di necessità, ma chi non ha una casa?

Tanti di loro noi li conosciamo.
Durante tutto l’anno, in vari giorni della settimana, diversi gruppi di persone della Comunità di S. Egidio, si recano di sera alle stazioni e negli angoli più nascosti della nostra città a portare loro un pasto caldo, una parola, un sorriso ed un aiuto che loro apprezzano ed aspettano.
Purtroppo in questo momento di emergenza e di paura che stiamo vivendo, essi sono più soli, non hanno risorse, neanche i pochi spiccioli dell’elemosina e del lavaggio dei vetri : non passa nessuno.

Anche in questi giorni chi può di noi, con le dovute precauzioni, continua ad essergli vicino e portare loro da mangiare.
Certo non possiamo fermarci a chiacchierare con loro come prima, è un incontro fugace ed in lontananza, ma ce n’è bisogno.
Per questo chiediamo aiuto a tanti, tutti in questo momento possono essere vicini a chi sta peggio.
Abbiamo bisogno di mascherine, gel disinfettanti da distribuire a chi non ha neanche i soldi per comprali quando li trova.

Abbiamo bisogno di acquistare generi di prima necessità per gli anziani, per fare delle “spese “da recapitargli a casa e naturalmente anche per i senza fissa dimora che ora hanno ancora meno possibilità di recarsi a mense o ricevere aiuto per strada.
A tale proposito abbiamo lanciato una raccolta di fondi, per chi volesse contribuire può collegarsi su facebook alla pagina comunità di s.egidio-napoli o al sito www.santegidionapoli.org.

Vi saluto con un motto del Vangelo:”C’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
Che in questo momento mi sembra ancora più vero.
Grazie, Enzo, napoletano dal cuore grande siamo certi Napoli risponderà.

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Docente a Napoli dal 2005 in scuole di frontiera, attualmente alla Ristori. Laureata in lingue e letterature straniere all'Università di Salerno. Ha operato per diversi anni come volontaria nel sociale presso la mensa dei poveri e case famiglia di Battipaglia ed Eboli, nonché come operatrice volontaria nel carcere ICATT DI EBOLI, facendo da tramite tra scuola e carcere, quando era docente all'Istituto “Bovio -Colletta” coinvolgendo alunni e detenuti nelle visite guidate presso il monumento adottato “ LA REAL SANTA CASA DELL’ANNUNZIATA “. Ha partecipato al progetto “Lscpl (lingua scolarizzazione e curricolo plurilingue) in una rete di scuole in collaborazione con l’orientale di Napoli.