Un’importantissima scoperta che vanta ben 18 reperti, è stata fatta alle spalle della cattedrale nella zona dell’ex seminario di Matera.

Arricchiscono il vasellame ritrovato, eleganti rappresentazioni pittoriche che ne decorano la superficie. La tomba, perché di questo si tratta, pare non essere la prima, ma addirittura la quarta a venire alla luce, infatti, tre ne sarebbero state scoperte nei giorni scorsi risalenti al III sec. a.C., mentre altre, di età precedente potrebbero essere disseppellite da un momento all’altro.

Sorge chiaramente una domanda, ovvero se ci sono più tombe, è possibile parlare di necropoli? Arredi tombali così belli e ricchi sono legati ad una zona abitata? Quanto grande e quanti abitanti vantava questo insediamento umano? A tutte queste domande chiaramente risponderanno gli addetti ai lavori, che con solerzia si stanno adoperando insieme all’arcivescovo Giuseppe Caiazzo ed alla Soprintendenza.

Le scoperte sono avvenute anche in un momento particolarmente favorevole, in quanto coincidono con la redazione di un progetto che comprende un nuovo polo culturale e l’ampliamento del museo Diocesano. Va inoltre ricordato che buona parte di queste terre sono state ricoperte dall’acqua fino al Pleistocene, infatti numerosi sono i reperti rinvenuti tanto all’inizio del secolo scorso, quanto nell’Ottocento. Si pensi al rinvenimento di un pavimento con sepolcri scavati nel Ttfo di età Cristiana e subito dopo frammenti di statue, colonne, monete bizantine, fino a rinvenire i cocci di ceramica romana e greca. Le ricerche e gli scavi portarono a scoperte inestimabili infatti, Domenico Ridola (Ferrandina, 19 ottobre 1841 – Matera, 11 giugno 1932) medico, politico e archeologo italiano, riuscì a rinvenire reperti addirittura del Neolitico.

Ricerca di se stessi dunque, della propria storia e dell’incontro col passato.

FONTELaGazzettadelMezzogiorno.it
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