Lo Studio Gainax.

La celebre factory di animazione giapponese oggi conosciuta – purtroppo – per aver realizzato l’apocalittica e distopica serie tv Neon Genesis Evangelion nel 1995: una “serie mecha” la cui sceneggiatura combina – a detta di coloro che “sono riusciti ad apprezzarla” – religione e metafisica insieme a psicanalisi e cabalismo. Un successo planetario che, però, ha finito per oscurare tutti i titoli ideati in precedenza, nei quali si assisteva alla riuscita padronanza tecnica e narrativa di tale equipe, e facendo considerare “nella sufficienza” tutto quello giunto dopo.

Già nel 1987, tale gruppo dimostrò in pieno la propria caratura e le grandi capacità di cui erano dotati grazie alla Bandai, che finanziò la loro prima opera: il film Le Ali di Honneamise (Honneamise no Tsubasa). In un mondo simile alla Terra, con uno scenario non dissimile da quello della Guerra Fredda con due paesi in lotta tra di loro e pronti a distruggersi, il pilota Shirotsu Lhadatt si prepara ad essere il primo essere umano a viaggiare nello spazio. A guidarlo “involontariamente” nelle sue azioni, una giovane credente, Riquinni, che lo ha portato a comprendere quanto sia necessario porsi uno scopo, dato che non vi possono esserci ideali senza il progresso.

Quello che davvero colpisce è la straordinaria abilità della squadra Gainax di creare un mondo non dissimile dal nostro, la cui tecnologia si è evoluta in maniera totalmente diversa non partendo dalla plastica ma dal legno, passando per i costumi totalmente diversi – come quelli delle cerimonie funerarie – fino ai biglietti della metropolitana. Ma è nella quasi completa assenza di religione che si percepisce la vera differenza: un universo dove il senso del peccato e del pentimento, la tensione verso l’elevazione spirituale e la speranza in una vita ultraterrena sono completamente assenti, e dove un evento che sarebbe salutato come un passo in avanti senza precedenti rischia di essere considerato al pari di un’azione perfettamente inutile.

È nel finale che si raggiunge il climax finale, con Lhadatt all’interno del razzo che osserva le immagini dell’evoluzione della civiltà sfilare davanti ai suoi occhi, mentre la navetta si alza verso il sole ed ascendendo verso la luce, a simboleggiare l’innalzamento dell’anima umana verso una potenziale rinascita o la morte, mentre la storia viene segnata da una svolta obbligatoria e definitiva. A venticinque anni dal suo unico rilascio in vhs – nel 1997 da parte della defunta Polygram Italia – ora questo capolavoro poco noto dovrebbe essere rieditato in 4k dalla Yamato Video, ottenendo finalmente giustizia e, si spera, una meritata distribuzione.

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