Gli alberi sono la chiave per rallentare il cambiamento climatico in atto e garantire la vita sul Pianeta Terra. Tree of Life, Albero della Vita è l’opera tributo dell’artista Flavio Kampah.
Siamo subito rimasti incantati da quest’opera fotografica di Kampah che sembra raccontare la forza della natura, la capacità delle piante di comunicare, farci stare meglio e renderci felici. E poi, lo sappiamo, gli alberi sono il principale strumento che abbiamo a disposizione per fermare il surriscaldamento globale. Tree of Life ci ispira ad immaginare un futuro possibile dove uomini e natura riescono finalmente a vivere in armonia.
Street artist, pittore, illustratore, fotografo, ma anche designer e regista, Flavio Kampah è uno degli artisti più cosmopoliti e interessanti del panorama italiano e internazionale. Il viaggio è uno dei temi fondamentali della sua vita. Nato a Parma, ha infatti vissuto in tutto il mondo, da Londra a Los Angeles, da San Francisco a Sydney, da Nizza a Bali…. Attualmente si trova ad Ibiza, in Spagna, dove ha terminato il suo ultimo lavoro: il murales per il Ristorante “Marytierra” nel porto di Santa Eulalia che raffigura Frida Kahlo e “Samo” Basquiat entrambi simbolo di creatività e diversity.
Dove e quando è stata scattata la foto che è alla base dell’opera?
Il lunedì di Pasqua del 2020, allo scoccare del primo mese dal mio arrivo sull’Isola di Ibiza, per la seconda volta nella mia vita, accompagnato da nuovi amici parmigiani che vivono qua da più anni, (Teo e Paola) e che volevano mostrarmi una delle loro spiagge preferite, con orgoglio.
Si tratta di Cala Salada o meglio Cala Saladeta vista dall’alto. Una giornata bellissima e indimenticabile, in buona compagnia che mi ha accompagnato in diversi angoli dell’isola per aiutarmi a conoscerla. Durante questo terribile periodo di pandemia, un privilegio ancora più prezioso, siamo riusciti a fare anche un veloce bagno, l’acqua era ghiacciata, ma non potevamo non entrare, era tutto così bello e perfetto.
Cosa ha ispirato l’opera “Tree of Life”?
La contrapposizione tra le forme delle foglie e quelle dei bagnanti / turisti, che l’hanno per me resa speciale e dato l’opportunità di accomunare i due mondi, quello della natura e quello degli umani, lo spunto principale per la mia opera. La loro convivenza e appartenenza allo stesso magico universo che ci circonda e in cui viviamo, e dove dovremmo farlo nella maggiore armonia possibile.
Cosa significa per te viaggiare?
Per me viaggiare come dico sempre, è la cosa più bella della vita, perché la comprende tutta. Nel viaggio si fanno avventure e vivono esperienze che ci portano ad apprezzare appieno il miracolo della vita, e l’essere parte di questo mondo. Quando viaggi c’è tutto quello che fa parte della vita: la natura, gli incontri, le amicizie, gli scambi culturali, ecc. È la scuola migliore di tutte, molto più di quella dove ci costringono a sedere nei banchi di un edificio all’interno di una classe ad imparare nozioni a memoria… Nel viaggio le cose si imparano con l’esperienza e toccandole con mano. Ci sono cose che sono impossibili da spiegare a voce o con dei concetti. La parola è un estensione dell’uomo ma anche un suo limite perchè prova a racchiudere concetti che sono infinitesimali in un numero alquanto limitato di parole. Nel viaggio si impara ad ascoltare i propri sensi e la propria esperienza e molti concetti non possono essere trasferiti attraverso il pensiero ma prendono corpo e si concretizzano nella nostra coscienza ancora di più che le parole scritte. Queste esperienze sono uno stimolo a migliorare la propria vita e renderla ancora più speciale. Questo avviene soprattutto attraverso l’incontro con persone che vivono in culture diverse da quelle in cui siamo cresciuti e che quindi ci stimolano a vedere il mondo con un altro punto di vista e in un’altra prospettiva.
Tra i numerosi luoghi in cui hai vissuto quale ti è rimasto di più nel cuore? E perché?
Credo di poter dire senza sbagliare Cuba. E’ un luogo magico in cui il tempo sembra essersi fermato agli anni ’50 e dove sembra di percepire l’attimo in maniera differente e totale, ogni secondo che ho vissuto lì apparteneva a quel momento come mai niente prima, sentivo di vivere l’istante pienamente e meglio che in qualsiasi altra parte del mondo prima.
Sono tornato 3 volte in un anno nel 2002 e di nuovo per 3 mesi nel 2017, sempre per lavoro e per esperienze artistiche. Il calore delle persone è unico e ti aiuta molto a farti sentire benvenuto e partecipe della loro vita senza nessuno sforzo. Una sensazione unica e indimenticabile.
Cosa rappresenta “Tree of Life – L’Albero della Vita”?
Rappresenta l’armonia tra gli esseri umani e la natura, o perlomeno l’eterna ricerca di questa. Rappresenta una simbiosi tra le piccole formichine umane, e il pianeta di cui sono ospiti e il tentativo di preservarlo e non di distruggerlo. Rappresenta un’utopia che spero si possa realizzare, una pacifica convivenza tra uomini e natura nel totale rispetto delle parti.
Chi ti ha ispirato nella tua carriera?
Per primo principalmente mio padre, che era un umile imbianchino, ma con ambizioni artistiche abbandonate per lavorare e sopperire ai suoi figli e sua moglie, ma vederlo lavorare e dipingere anche le insegne dei negozi del vicinato, è stato per me una grande influenza artistica. Ma poi anche il mio maestro della seconda elementare Andrea Nieddu, che mi ha insegnato a vedere il mondo con occhi diversi da quelli che erano comuni per tutti e lanciato con una missione nel mondo, quello di migliorarlo e renderlo più vivibile per tutti, e attraverso la mia arte è quello che cerco sempre di fare ancora oggi. Poi ci sono i grandi del passato per me come Picasso, Moebius e Leonardo… per nominarne alcuni. I maestri che ho trovato sulla mia strada crescendo come Augusto Vignali Art Director di Fiorucci con cui ho fatto i primi passi nel mondo della grafica a Parma a 18 anni. Per ultimo, ma non ultimo, Ridley Scott, per cui ho lavorato 6 mesi sui titoli del suo film “Black Hawk Down“.
Sicuramente Picasso, sono un suo grande fan non solo per la sua potente pittura, ma anche per il suo stile di vita, che è stata una mia grande fonte di ispirazione su come vivere la mia. Ho letto tante delle sue biografie e mi piacerebbe passare una giornata con lui a Parigi o in una delle località della Costa Azzurra dove lui passava sempre le estati dipingendo, essere accanto a lui nel suo studio nel momento della creazione dei suoi quadri e poi a cena insieme in qualche locanda locale alla sera, brindando e cantando alla bellezza e alla gioia della vita.
Se non avessi fatto l’artista cosa pensi avresti fatto nella vita?
Poi però anche il disegnatore di fumetti, la mia prima passione eventualmente dirottata sul graphic design, la regia e ora la street art… Oppure l’attore, una disciplina che non mi dispiace e che ammiro molto e in cui mi sento a mio agio, in quei pochi brevi casi in cui l’ho praticato e che mi ha dato grandi soddisfazioni personali.
A cosa stai lavorando? Ci sveli qualcosa sui tuoi prossimi progetti?
Ho terminato da poco la stesura del mio libro biografia The Pope of Venice Beach scritto insieme all’amico Emiliano Aimi a Nizza. Dalla pubblicazione verrà tratto il materiale per un film docu-fiction con la voce narrante e le musiche di Marco Castoldi, in arte Morgan. Per questo progetto sono al lavoro nel trovare canali distributivi editoriali e televisivi.
Fonte articolo e foto: Silvia Ombellini, https://ecobnb.it/blog/2021/04/lalbero-vita-opera-artista-kampah/, 20 aprile 2021