Mercurio, il pianeta più vicino al Sole, ha sempre sconcertato gli scienziati per la sua superficie scura: la causa sarebbe una antica crosta di Piombo Nero.

Gli scienziati si sono a lungo chiesto che cosa ha causato l’oscurità sul pianeta. Una teoria precedente ha immaginato che potesse essere causata da polvere di carbone che lo ha ricoperto durante l’impatto di un gruppo di asteroidi. Tuttavia, questa ipotesi è stata superata da uno studio che propone che l’esterno sia incrostato di grafite. Forse nei primissimi giorni della sua esistenza, il pianeta conteneva un gigantesco oceano di magma caldo che , con il trascorrere del tempo, essendo molto vicino al Sole, si sia invecchiato e raffreddato. Il Piombo Nero potrebbe essere aumentato in superficie, indurendosi in una crosta molto scura che ne ha ricoperto la superficie.

Larry Nittler di Carnegie Science e vice ricercatore principale della missione Messenger aveva svolto un ruolo molto importante in questa nuova ed entusiasmante scoperta. Per lui, anche se le teorie precedenti erano sulla strada giusta, la sonda spaziale che si trovava in orbita di Mercurio, ha dato di gran lunga una maggiore comprensione e le prove della storia del pianeta. Dopo aver analizzato le informazioni ottenute, gli scienziati hanno capito che le parti più scure della superficie contenevano anche la più alta concentrazione di carbonio. È interessante notare che il esso è in forma di grafite, un materiale utilizzato per fare le matite. Le aree più scure della superficie  sembrano localizzate nei crateri formati dall’impatto di comete e altri oggetti spaziali. Questa prova porta a ritenere che il processo di grafitazione, che un tempo ha eventualmente incrostato tutta la parte esterna, si trova ora ben al di sotto di essa. Grazie alle immagini girate a soli nove km di distanza dal pianeta, rispetto alle precedenti foto  prese a quasi duecento km di distanza da esso, gli scienziati hanno potuto fare attenzione ai depositi di carbonio.

Il ricercatore della Johns Hopkins, Patrick Peplowski, segnala come la scoperta di nuove prove indicano che Mercurio aveva, in passato, una superficie di grafite. Un processo di eliminazione ha portato i ricercatori a suggerire che il carbonio potrebbe essere l’agente di oscuramento non identificato, e i dati di imaging suggeriscono che i livelli di peso avrebbero potuto scurirne sufficientemente l’esterno. Rachel Klima, un geologo planetario della Johns Hopkins, si è espressa su come esperimenti e modellazione mostrino che questo mare di magma raffreddato e i minerali cominciarono a cristallizzare. Quest’ultimi sarebbero oggi tutti dispersi con l’eccezione del Piombo Nero, che avrebbe galleggiato accumulandosi come crosta originale del pianeta. Se ne sono stati davvero individuati i resti, comprendere le sue proprietà può fornire un mezzo per conoscerne la storia più antica.

 

Fonte articolo & foto: https://telodiciamonoisevuoi.altervista.org/2016/03/09/ecco-perche-mercurio-ha-la-superficie-scura, 09 marzo 2016

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