La Marsigliese.

L’inno nazionale francese cantato dai volontari che provenivano da tale città, in origine intonato a Parigi durante i duri e sanguinosi giorni della Rivoluzione Francese, per poi diventare uno tra gli inni di un popolo più conosciuti del mondo. Ideato dal compositore e poeta Claude Joseph Rouget de Lisle, ufficiale del genio militare che decise di scrivere un canto di guerra che rendesse omaggio al maresciallo Luckner, comandante dell’Armata del Reno, su richiesta del sindaco di Strasburgo il barone di Dietrich, il futuro inno diventò presto popolare grazie alle azioni dei patrioti marsigliesi che presero parte all’assalto del palazzo delle Tuileries, e all’abbattimento della monarchia.

Solo nel 1876, dopo innumerevoli soppressioni ad opera di Napoleone I, Luigi XVIII e Carlo X, venne definitivamente riconosciuta come unica composizione musicale patriottica adottata dallo Stato come simbolo della nazione e come testo che invita a combattere e a vincere per la patria, invece di combattere e morire per essa. Ma, nel 2013, è emersa l’ipotesi che a comporla, in realtà, sia stato il musicista italiano Giovanni Battista Viotti, nato a Vercelli nel 1755 e morto a Londra nel 1824, violinista e compositore di origini piemontesi, che fu musicista e impresario di corte a Parigi oltre che amico della regina Maria Antonietta; motivo per il quale lasciò la Francia all’inizio del 1792, in piena rivoluzione, rifugiandosi in Inghilterra.

A rendere potenzialmente concreta tale “azione di riconoscimento” è la somiglianza con il cosiddetto “Tema e variazioni in Do maggiore” composto dallo stesso Viotti nel 1781 e, in particolare, con i quartetti d’archi da lui scritti solo nel 1795, e ciò porta a chiedersi se si sia trattato di una semplice “influenza trasversale” tra due artisti che mai si sono incontrati durante la loro vita, o di un vero e proprio caso di plagio attuato da uno di loro a danno dell’altro.

 

FONTEwikipedia.org & vivaparigi.com
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