Mentre la U.E. decide su altre incisive sanzioni contro la Russia, le città ucraine vengono messe a ferro e fuoco.

Lo storico Tito Livio vissuto nel primo secolo a.C. e morto a Padova nel 17 d.C., autore di “Ab Urbe Condita Libri”, ricordò a tutti che la storia è “magistra vitae”. Un episodio storico da lui stesso ricordato in questa grandiosa opera riguarda l’assedio di Sagunto, una città della Spagna (Iberia) assediata e poi conquistata da un celebre generale cartaginese, Annibale. Il suo assedio può considerarsi il primo degli episodi, il concreto “casus belli” della Seconda Guerra Punica tra Roma e Cartagine. Siamo nell’anno 219 a.C. (o 221 a.C., secondo alcuni).  Ci fu un attacco da parte dei Cartaginesi ed una resa a questi da parte dei Saguntini, alleati del popolo romano, dopo ben otto mesi. Vi era già stato un Trattato tra Cartaginesi e quest’ultimi, secondo cui i primi non avrebbero dovuto espandersi oltre il fiume Ebro.

Annibale, che odiava Roma, così come gli aveva inculcato il padre Amilcare, sottomise tutte le popolazioni iberiche a sud di tale fiume. Gli rimaneva da sottomettere solo Sagunto, rientrante in quei territori di competenza dei suoi connazionali. I suoi abitanti erano preoccupati e convinsero i Romani ad inviare alcuni suoi legati a controllare la particolare situazione iberica, ma anche ad avvertire il grande condottiero di stare lontano da essa, poiché la città era sotto la loro protezione e a non oltrepassare l’Ebro. Egli però, confortato anche dal Senato Cartaginese, vi si diresse, con la scusa che i suoi abitanti commettevano abusi nei confronti di popolazioni dominate dal suo popolo. Gli ambasciatori, prevedendo che lui cercasse la guerra, si diressero per mare a Cartagine, decidendo di richiedere allo stesso Senato, per la minaccia di una nuova guerra, di non porla sotto assedio, dato che aveva espressamente chiesto il loro aiuto e, mentre il Senato Romano era  troppo indeciso sul da farsi, repentinamente assediò la città e la conquistò.

Ci allontaniamo ora da quell’episodio storico particolare, per confrontarlo con l’attuale atteggiamento della nostra Unione Europea per imporre alla Russia sanzioni pesanti come l’interruzione dei rifornimenti di gas e petrolio provenienti da quest’ultimo Paese, incentrando la nostra attenzione semplicemente sui lunghi tempi di attesa di queste importanti decisioni, con conseguenze significative anche sugli esiti della guerra nei confronti dell’Ucraina. Mentre loro decidono il da farsi, le città ucraine vengono distrutte e la morte aleggia su quei territori, pur capendo eventuali interessi economici alla base di quelle lungaggini! La storia è “magistra vitae”, dando ragione a Tito Livio.

 

Fonte articolo: “ab urbe condita libri” di Tito Livio

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