Fonte foto: it.churchpop.com

Siamo tutti abituati a vedere quadri in cui Lucifero, l’angelo delle tenebre, è sconfitto. Esempio sono i dipinti di Guido Reni, Michele Arcangelo che schiaccia la testa di Lucifero,

 

 

 

 

 

 

Tintoretto

o anche quello di il Tintoretto L’arcangelo Michele abbatte Lucifero alla presenza di Michele Bon che ritraggono il trionfo del bene sul male. Secondo la tradizione religiosa Lucifero, il cui nome significa portatore di luce, era il più bello fra gli angeli ma per essersi innalzato al di sopra di Dio, venne cacciato dal Paradiso, non prima di essersi scontrato in battaglia contro l’arcangelo Michele. Ed è proprio questa scena, la più conosciuta, ad essere immortalata nei due celebri quadri.

 

 

 

 

 

 

 

Tuttavia esiste un quadro che ribalta la tradizione artistica religiosa ed è il dipinto di Alexandre Cabanell, The fallen Angel, datato 1868.

Fonte Foto: wikiart.org

L’artista francese mette in luce l’anima di Lucifero, immortalando la sua umanità. Sebbene il momento sia quello della cacciata di Lucifero dal Paradiso, la mano di Cabanell mette l’accento su un dettaglio singolare: i sentimenti del protagonista del quadro. Lucifero è immortalato adagiato su una roccia, avvolto dalle sue ali e con un corpo perfetto che ricorda le statue marmoree dell’antica Grecia. Le mani chiuse l’una dentro l’altra in un gesto simile ad una preghiera, ma preghiera non è. Le braccia gli coprono la parte inferiore del viso, come a volersi difendere o nascondere la mimica delle labbra. Attorno a lui una schiera di angeli che lo osservano. Uno dettaglio cattura lo spettatore. Gli occhi. La parte peculiare del dipinto è infatti lo sguardo dell’angelo.

Fonte foto: photographize.co

L’azzurro dell’iride sfuma pian piano in un acceso rosso che contorna gli occhi. Rosso che fa venire alle mente il colore delle fiamme dell’inferno. Coincidenza? Dagli occhi traspare la rabbia, la delusione, la frustrazione, l’impotenza di non poter reagire, ma di accettare una situazione malgrado il proprio volere. Una lacrima, simile ad una perla, scende sul volto. E cosa c’è più di una lacrima a renderci umani? La lacrima al suo volto lascia poi spazio al rancore e all’odio. E non sono forse questi sentimenti umani? Chi di noi, una volta nella vita non si è sentito come Lucifero? Volare tanto alto per poi cadere così in basso, momento in cui il dolore si trasforma in rabbia, la delusione in ira.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima, più si cerca di nascondere i sentimenti, più il corpo ci tradisce. I muscoli del corpo contratto, soprattutto la gamba, le braccia che cercano di nascondere il viso, le sopracciglia arcate, gli occhi che trasmettono una quieta rabbia. Tratti che la mano di Cabanel riesce perfettamente a delineare e trasmettere in un’unica immagine.

Le parole di Ezechiele su Lucifero :

« Tu eri un modello di perfezione,
pieno di sapienza,
perfetto in bellezza.
Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa;
io ti posi sul monte santo di Dio,
e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
Perfetto tu eri nella tua condotta,
da quando sei stato creato,
finché fu trovata in te l’iniquità.
Crescendo i tuoi commerci
ti sei riempito di violenza e di peccati;
io ti ho scacciato dal monte di Dio
e ti ho fatto perire, cherubino protettore,
in mezzo alle pietre di fuoco. »
Ezechiele 28,12 14-16

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Dott.ssa Angela Cirillo, laureata in Lingue per la comunicazione e la cooperazione internazionale presso l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha conseguito la certificazione Cedils, in didattica dell’italiano a stranieri presso l’universita Ca’ Foscari di Venezia. Iscritta attualmente al Master in Didattica delle lingue moderne presso l’università Ca’ Foscari di Venezia. Lavora attualmente come assistente di lingua italiana in tre scuole di Grenoble (Francia).