Leggende, misteri, fatti e misfatti sui morti di nessuno:

Nel popolare quartiere della Sanità, un tempo periferia della città ove si trovavano le zone cimiteriali, le antiche catacombe di san Gennaro e quelle di san Gaudioso, in un antica cava di tufo si trova “il cimitero delle fontanelle”. Si tratta di un ossario dove nei secoli passati si ammassarono tutti i resti dei morti per epidemie fino a quelli del colera del 1836, anno di chiusura del cimitero. La maggior parte degli scheletri provengono “dalla tremenda pestilenza che desolò Napoli nell’anno 1656”.
Da una popolazione di 400.000 anime ne sopravvissero solo 100.000 .

Da una cronaca dell’epoca si legge :

“non vi era più luogo da seppellire, né chi seppellisse.
Videro questi occhi miei questa strada di Toledo ove io abitavo, così lastricata di cadaveri, che qualche carrozza che andava in palazzo non poteva camminare se non sopra la carne battezzata.”

In questo stesso ossario, successivamente, vennero riposti anche i resti che venivano ritrovati in città durante i lavori di scavo per fogne, acquedotti o ancora alle bonifiche, dalle “terre sante”, delle chiese e perfino quelli emersi  nel 1934 durante lo scavo per il rinforzo delle fondamenta del maschio angioino.

La storia

Il cimitero delle  fontanelle è’ un luogo molto suggestivo, macabro eppure non impressionante.

Da una cronaca di Roger Peyrefitte  del 1952:

“restai colpito dallo spettacolo che si offriva ai miei occhi,niente di simile alle file di mummie che si vedono presso la chiesa dei cappuccini a Palermo,niente di simile agli eleganti arabeschi di frammenti di ossa che fanno bella mostra di se ai cappuccini dell’Immacolata Concezione a Roma. In due larghe gallerie, alte una dozzina e lunghe un centinaio di metri, vi erano allineati migliaia e migliaia di crani e di ossa illuminati da migliaia di candele. Le ossa sono tutte ben ordinate per tipo e ammassate in precise forme geometriche tranne alcuni crani che sono racchiusi in bacheche di legno o di marmo  quelle delle anime adottate”.

Il Luogo

Le volte della cava sono molto alte e ci sono delle aperture da dove filtra un velo di luce, sembra un immensa cattedrale della morte.

Fino alla fine degli anni 60 Il silenzio irreale che vi regnava  era rotto solo dalla litanie delle vecchie o dai cori che recitavano suffragi e le preci per le anime del Purgatorio. Sembrava vivere in un altra dimensione nel pieno di una tragedia greca; ma lo strepitio improvviso delle ali o il verso di un uccello  ci fa sussultare e ci riporta  nella realtà dei giorni nostri.

Le ossa furono riordinate dal canonico  Gaetano Barbati  alla fine dell’ottocento con l’aiuto di popolane.
L’apertura al pubblico del cimitero delle fontanelle avvenne nel marzo del 1872.

Il culto dei morti

Ebbe allora inizio il culto delle ossa che è durato fino al 1969, data in cui il cardinale Corrado Ursi chiuse definitivamente al culto l’ ipogeo delle fontanelle.
“Ormai si era sfociato in manifestazioni pagane che nulla avevano della pietà cristiana per i defunti.”
Era riemerso l’antico culto dei morti, il culto delle ossa.
Un vero feticismo da religioni lontane e pagane che a Napoli non era mai morto ed era praticato in sordina in altri piccoli ipogei cittadini, a san Pietro, ad Aram e nella terra santa della Chiesa delle anime del Purgatario, sul decumano maggiore.

da un testo del 600:

“considerando molti divoti napolitani il gran tesoro dei meriti che seco porta l’opera di dar suffragio e aiuto alle anime dei fedeli del purgatorio i tormenti dei quali sono maggiori di quanti si possono patire in questa vita come testifica……etc etc…”

Le anime pezzentelle

“Requie, repuoso, refrishe, consolo”

Il culto consisteva nell’adottare un cranio a cui corrispondeva un anima “pezzentella”, cioè abbandonata sconosciuta e senza preghiere.

L ‘adottante gli dava una degna sistemazione, in genere una “scarabattola” (casetta di legno o di marmo) per proteggere il cranio dalla polvere.
Gli faceva visita spesso e non gli faceva mai mancare lumini e fiori e ad ogni visita declamava decine di “requiem aeterna” per lenire le sofferenze dell’anima che si credeva al Purgatorio. “A refrische ‘e ll’anime d’ ‘o priatorio”. Ancora oggi per fare un augurio qualche vecchio napoletano suole dire:

“rifrische all’anema dei muorti vuostri”

Sia di rinfresco (dalle fiamme e dalle pene del purgatorio) alle sofferenze dei vostri cari defunti.
L’adozione invero non era effettuata per puro spirito di carità, giacché l’adottante voleva in cambio di queste cure “grazie e protezione “ e se queste non avvenivano riabbandonava il cranio nella polvere e nell’incuria e ne adottava un altro.
Se poi invece venivano esaudite le proprie richieste “a grazia ricevuta” si assistevano a vere gare per dare una degna sistemazione ai resti mortali con frequenti scene di isteria collettiva e fenomeni di esaltazione supportate, talvolta, da fenomeni strani o inspiegabili come la trasudazione di crani.

“Requie, refrische, repuose, sullieve e pace”

Storie e leggende

Ad alcuni scheletri vennero date perfino denominazione e identità:
…lo ossa del capitano, del giudice, del bambino,  a capa che suda” di Donna Concetta,di Don Pasquale, dei due sposini. Molti gli aneddoti e le leggende che circolavano sul loro conto e morte e sciagure sono  riservate agli scettici e agli increduli.

“Chi se permette e sfottere l’aneme d’o priatorio passa tanti guaie nire nire”

 

Il cimitero è stato  chiuso per oltre 30 anni. Nel  2004 si eseguono  lavori di consolidamento ed è  riaperto solo per sporadica manifestazione per il maggio dei monumenti fino al  2010 quando su  insistenza degli abitanti della zona è aperto definitivamente e da allora è  una delle attrazioni turistiche più gettonate della città.

In questo stesso magazine:

Cimitero delle Fontanelle: il culto delle anime “pezzentelle”

Articolo di Assunta Mango del 19/11/2019

Informazioni

Il cimitero è visitabile gratuitamente tutti i giorni in  Via Fontanelle, 80

dalle ore 10.00 alle 16.30

Fonti Bibliografiche:

Luciano Sola “Storie e costumi di Napoli Il camposanto delle fontanelle” Edizioni dell’Ippogrifo  1996

Antonio Emanuele Piedimonte “Il cimitero delle Fontanelle il culto delle anime del purgatorio e il sottosuolo di Napoli” Ed. Electa 2003

Antonio Emanuele Piedimonte ” Napoli sotterranea. Percorsi tra misteri della città parallela”  Ed.Intra Moenia 2008

Clemente Esposito  “Il cimitero delle fontanelle” Ed.Oxiana 2007

Eleonora Puntillo “Grotte e caverne di Napoli” Ed.Newton Compton 1994

Rocco Civitelli ” Il cimitero delle Fontanelle. Una Storia napoletana “Ed. Dante & Descartes 2012.

Assunta Ponticelli ” La morte e le anime vaganti  nelle case, nelle strade, nei palazzi di Napoli” Ed. Universitas studiorum 2014

 

Foto di Antonio Colecchia:

 

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