1. Dai satelliti del Copernicus Climate Change Service – il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio – il buco dell’ozono presente al Polo Sud presenta un processo di rarefazione che, in poco tempo, ha raggiunto la sua massima estensione.

Al momento, per via del vortice polare forte, stabile e freddo che sta investendo la zona, le concentrazioni di ozono stratosferico hanno subito una riduzione dei valori prossimi allo zero intorno a un’altitudine di 20-25 km, con una profondità dello strato inferiore a 100 unità Dobson, piazzandosi all’incirca a un terzo del valore medio.

Lo sviluppo anomalo del buco in Antartide avuto finora, sembra essere dovuto ai raggi del sole, che sono tornati verso il Polo Sud nelle ultime settimane, provocando una continua riduzione dell’ozono nell’area, complicate anche dalle emissioni di sostanze chimiche che causano la riduzione dello strato.

Normalmente, tra agosto e ottobre, nell’emisfero australe il buco dell’ozono aumenta di dimensioni, raggiungendo il massimo tra metà settembre e metà ottobre, mentre le sostanze contenenti cloro e bromo si accumulano all’interno del vortice polare, rimanendo chimicamente inattive al buio.

Solo nel momento in cui il sole sorge sopra il polo, la sua energia riesce a rilasciare gli atomi del cloro e del bromo chimicamente attivi dentro il vortice che, a loro volta, finiscono per distruggere rapidamente le molecole di ozono portando alla formazione del buco.

Risulta perciò fondamentale conoscere lo stato dell’ozono, dato che esso ci protegge come uno scudo contro le radiazioni ultraviolette provenienti dallo spazio; una protezione che risulta fondamentale per la vita sulla Terra, sempre più a rischio per l’inquinamento e i cambiamenti climatici.

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