L’Earth Ocean and Atmospheric Sciences della Oregon State University, di recente, ha diramato uno studio dal quale emerge che il canto delle balene potrebbe essere utilizzato per l’analisi sismica della crosta oceanica, così da fornire una nuova e valida alternativa al solo rilevamento convenzionale.

L’obiettivo dei ricercatori è di sfruttare i segnali provenienti dai loro canti, che vengono riflessi e rifratti all’interno della crosta – compresi i sedimenti, il loro spessore e gli strati di roccia solida – i quali, registrati sui sismometri posizionati sul fondo dell’oceano, potranno essere utilizzati per riuscire a determinare non solo lo spessore degli strati, ma anche altre informazioni rilevanti per la ricerca sismica.

Normalmente, il richiamo dei cetacei veniva utilizzato allo scopo di rintracciare gli animali, per poi studiarne il comportamento; ma ora si è deciso di tentare di usarlo per studiare la conformazione del fondo marino come complemento alternativo ai cosiddetti tradizionali metodi di ricerca sismica di tipo passivo e per riuscire a comprendere il loro ambiente.

Ora, grazie a un sismometro, sarà possibile ottenere informazioni per stimare e mappare la struttura della crosta terrestre, così da generare immagini che permetteranno di riuscire a saperne di più sullo sviluppo fisico dei terremoti e sulle dinamiche che fanno da preludio al loro scatenarsi.

 

Fonte articolo: Oregon State University & Science

Fonte foto: ohga.it

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