Le guerre e  i movimenti pacifisti sviluppatisi dopo il 1945 hanno dato lo spunto per  una scelta ragionata, da parte di produttori, registi e sceneggiatori, di importanti e significative pellicole, che hanno raccontato sia gli aspetti tragici dei conflitti bellici, sia l’opposizione alla violenza e alle lacerazioni che ogni guerra  causa nel fisico e nell’anima delle persone.

L’aver reagito con spirito mai passivo e sempre combattivo, tenace, nei confronti di tali eventi drammatici si è espresso in un fenomeno di massa definito Resistenza.

E l’attualità dei nostri giorni non può che riferirsi a un’altra guerra planetaria che stiamo combattendo contro un nemico invisibile e minaccioso e che affrontiamo con un altro tipo di resistenza che sarebbe più idoneo definire Resilienza.

Il cinema ha saputo raccontare i conflitti, le guerre di aggressione e anche quelle civili, le più terribili, del passato e del presente. Ogni guerra si porta dietro con sé odio, spirito di vendetta di chi ha subito, ma anche il senso di rimorso dei vincitori. Il cinema ha saputo raccontare, soprattutto dopo il 1945, attraversano lo spazio e il tempo, l’orrore dei due conflitti mondiali del ‘900, il rischio atomico della guerra fredda,  il conflitto in Corea e soprattutto in Vietnam, la prima guerra che è arrivata dritta alle coscienze in ogni casa degli americani e di tutto il mondo, grazie ad una copertura mediatica senza precedenti.

E poi i conflitti, spesso dimenticati, dell’Africa e dell’America latina, i drammatici golpe in Cile e in Argentina, le violenze razziali nel cuore dell’apartheid, fino al genocidio perpetrato in Ruanda, con oltre un milione di morti e la colpevole impotenza e indifferenza delle potenze occidentali e dei caschi blu dell’ONU.

E, a partire dai primi anni novanta, si scatena nel cuore dell’Europa il più devastante conflitto civile nella ex Jugoslavia, tra serbi, croati e bosniaci che, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, non aspettavano altro che scatenarsi, in una guerra del tutti contro tutti, con odio razziale, vendette, massacri, distruzioni e pulizie etniche.

Il nuovo millennio si apre con l’attacco alle Twin Towers di New York e alle guerre scatenate dagli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq.

Il martoriato territorio del medio oriente, attraversato da oltre cinquant’anni dal conflitto palestinese-israeliano ci porta alla guerra siriana, in atto da quasi dieci anni, che ha provocato centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi.

Insomma il cinema, attraverso una nutrita filmografia, ha saputo raccontare con passione e consapevolezza, le nefandezze, le crudeltà ma anche gli atti di abnegazione e eroismo legati ai fenomeni bellici più vicini a noi.

E’ una filmografia vastissima con produzioni avvincenti, in molti casi veri e propri “Cult Movie” Ecco una mia personale selezione.

Film italiani sul secondo conflitto mondiale e sulla Resistenza.

Roma città aperta (Roberto Rossellini), La Ciociara (Vittorio De Sica), Germania anno zero

(Roberto Rossellini), La notte di San Lorenzo (Vittorio e Paolo Taviani), Le quattro giornate di Napoli (Nanni Loy), L’uomo che verrà (Giorgio Diritti).

Film  sul primo e secondo conflitto mondiale.

Il giorno più lungo (Darryl F.Zanuck et al), Parigi brucia? (René Clément), Diplomacy, una notte per salvare Parigi (Volker Schlondorff),  Bastardi senza gloria (Quentin Tarantino),

1917 (Sam Mendes), Dunkirk (Christofer Nolan),

 

Film sulla guerra in Vietnam

Il cacciatore (Michael Cimino), Full metal jacket (Stanley Kubrick), Apocalipse now ( Francis Ford Coppola), Nato il quattro luglio (Oliver  Stone),  Platoon (Oliver Stone), Fermate il soldato Ryan

(Steven Spielberg).

Film su Medio Oriente

La produzione è moto vasta ma ne cito uno solo: American sniper (Clint Eastwood).

Film sul conflitto balcanico

La vita è un miracolo (Emir Kusturica), Il segreto di Esma (Jasmila Zbanic), No man’s land (Denis Tanovic), Perfect Day (Fernando Leon de Aranoa).

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