L’Università di Bath e il King’s College di Londra, basandosi su dati forniti dall’Osservatorio Europeo Medicinali e Tossicodipendenza, hanno reso pubblico uno studio che evidenzia come i derivati della Cannabis siano diventati più pericolosi degli anni passati.

Questa rivelazione, riguardante tale “pianta” sia come erba che come resina, sarebbe legata al massiccio aumento del principale componente psicoattivo della cannabis, il delta-9-tetraidiocannabidiolo a dispetto del cannabidiolo, che ne compensa gli effetti dannosi.

Il cannabidiolo, da tempo, è studiato per via del suo possibile utilizzo in determinate patologie mediche come sindromi da epilessia infantile, psicosi e ansia, e in combinazione con basse dosi di delta-9-tetraidiocannabidiolo può diminuire gli effetti della menomazione della memoria e della paranoia.

La cannabis può definirsi “pericolosa” solo quando il suo principale componente psicoattivo è elevato; quando ciò succede, si verificano effetti come aumento del rischio di malattie psicotiche, insieme a una potente dipendenza da essa, difficile da sconfiggere.

Il fatto che venga inserita nella lista delle droghe leggere rende più problematico il suo uso in ambito medico, dato che in Oriente, fin dall’antichità, veniva coltivata per tale scopo, oltre ad altri come sostituto del tabacco, quando questi non esisteva in tali regioni.

Anche i derivati, come la Marijuana ed altri, hanno sia effetti negativi che positivi; quest’ultimi in malattie come il Parkinson, L’Alzheimer, la Malattia di Huntington, la Sindrome di Tourette e la Sclerosi Laterale Amiotrofica sono in grado di alleviarne i sintomi.

Bisogna domandarsi, però, se vietare per legge tali sostanze serva davvero ad impedirne l’uso a fini diversi dal curarsi, o se così non si aiuti la criminalità a guadagnare, rendendoli di fatto gli unici in grado di rifornire chi la usa.

Si corre il rischio di far arricchire coloro che spacciano droga, come avvenne in America negli anni ’20 con il Proibizionismo legato agli alcolici, o vietandola si salvano coloro che ne diventano dipendenti, rischiando di morire?

Sarebbe meglio porsi domande come queste, prima di agire in qualunque modo in tale ambito.

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