Quando si parla di cambiamento climatico, e dei modi in cui affrontarlo, in linea di massima tutti i Paesi occidentali prendono come esempio la Scandinavia e la California.
Fin dalle prime informazioni sui pericoli del cambiamento climatico, infatti, lo Stato che affaccia sulla costa occidentale degli Usa ha fatto passi importanti verso una minore dipendenza dai combustibili fossili, seguendo molte delle proposte dei Comitati scientifici, che nel resto del mondo vengono liquidate come irrealizzabili.

La decisione con cui si sono svolti questi passi ha, spesso, trovato, nelle lobby dell’automobile e del petrolio, ostacoli importanti. Questi si sono concretizzati in uno scontro con il Presidente Donald Trump, che proprio di recente ha provato a fermare alcune delle proposte più innovative.
In ogni caso nulla di ciò di cui si è parlato fino ad ora ha tanta rilevanza (e sarà tanto dibattuto) quanto l’ultima decisione dello Stato.

Il governatore Gavid Newsom, con il beneplacito del California Air Resources Board, ha stabilito un piano per la dismissione dei camion diesel.
Questo progetto mira ad eliminare tra il 2024 e il 2045 tutti i camion inquinanti nella regione, sostituendoli con veicoli elettrici, e liberando i cittadini della California da una fonte di emissioni pari, in alcuni casi, al 30% del totale.
Attuare questo piano si annuncia impegnativo, sia per quanto riguarda la ritrosia del potente settore degli autotrasportatori, che dal punto di vista della produzione dei veicoli sostitutivi.
Nulla garantisce, infatti, che l’acquisto di questi veicoli non venga reso troppo oneroso dall’avidità dei produttori di camion elettrici, che, poco numerosi, potrebbero facilmente organizzarsi in trusts.
Il prezzo proibitivo, insieme alla misura coercitiva del governo locale, porterebbe poi alla bancarotta di tanti piccoli autotrasportatori, che, con il loro camion e la pazienza di guidare per dieci ore al giorno, mantengono migliaia di famiglie.

Per ora il piano si compone solo di quote annuali e nulla è stato detto riguardo i problemi sopra citati.

Il cambiamento climatico è una sfida molto seria, e come tale va affrontata.
Ma quando le misure che prendiamo, per fronteggiare un problema di tali dimensioni, si scontrano con la vita degli esseri umani dobbiamo fermarci un attimo e valutare se per vincere la battaglia è meglio sacrificare la vita delle persone o il modo in cui concepiamo l’economia.

Articolo precedenteLa liquirizia: un’arma contro il Coronavirus?
Articolo successivoScoperti i resti di un uomo di 7mila anni fa nel Parco del Pollino