La “mattanza infinita” di locali storici nella città di Napoli sembra non essere in grado di arrestarsi in alcun modo: questa volta, ad abbassare le proprie saracinesche, è la storica caffetteria Vanvitelli al Vomero. L’omonimo ambiente di degustazione – insieme ad altri luoghi iconici e tradizionali – cede il passo allo “street food selvaggio” che sta diventando onnipresente, a scapito delle varie tradizioni come la cultura e il commercio, il libro e l’indotto.

Quello a cui si sta assistendo, ormai, è una degenerazione del tessuto urbano, con il territorio cittadino “vittima inerme” del turismo di massa indiscriminato, e che sta sconvolgendo nel profondo non solo il commercio al dettaglio, ma anche le attività diurne. Le attrazioni culturali della city sembrano fungere solamente da “paravento” per pub / paninoteche / ristoranti; in precedenza, invece, la resistenza ai cambiamenti dettati dalla modernità e la resilienza erano riusciti a mantenere una “parvenza di controllo” sulla commercializzazione di massa.

Ma Vanvitelli non è stata l’unica a cadere, nella zona del Vomero: prima di lei, come “vittime illustri”, ci sono state la profumeria Pepino di via Luca Giordano, in attività da circa sessant’anni e il bar pasticceria Ranieri, in via Bernini e via Cilea.

FONTEgrandenapoli.it
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