Dai fondali del parco sommerso di Baia, dopo le violente mareggiate di questi ultimi giorni, è emersa una meraviglia architettonica del passato, a dimostrazione della ricchezza culturale ed archeologica dell’area. Un gruppo di subacquei, impegnati ad individuare i danni avvenuti, ha scoperto un pavimento in marmo risalente, dai primi esami, a duemila anni fa. L’area, da sempre uno tra i luoghi più visitati del sud Italia, non ha mai rivelato tutti i tesori da essa custoditi che, a volte, sembrano “ricomparire” come antiche vestigie di civiltà perdute. Questa volta, dalla città romana sommersa è venuta alla luce una pavimentazione in marmo di una stanza, sita nel grande peristilio di una villa monumentale, le cui pareti dovevano essere rivestite dello stesso materiale. A quanto sembra, si doveva trattare di una sala da pranzo, arricchita da un disegno a scacchiera con marmi di diversi colori presente in tutto l’ambiente. La loro provenienza, dalle fonti finora consultate, sarebbe da più parti dell’Impero Romano, intorno al periodo Tardoantico, nel III o IV secolo d.C.

FONTEgrandenapoli.it
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