L’Agenzia europea dell’ambiente, grazie all’utilizzo di nuovi strumenti di monitoraggio, ha rivelato che più della metà delle città sparse nell’Unione Europea risulta ancora avvelenata dall’inquinamento atmosferico, e che solo centoventisette di esse hanno dei livelli accettabili di PM 2,5 nonostante il calo delle emissioni durante i vari cicli di lockdown. A registrare i dati peggiori, la città di Nowy Sącz in Polonia che da tempo vanta l’aria più inquinata, per via dell’uso del carbone come fonte di energia, seguita da Cremona in Italia e Slavonski Brod in Croazia; le tre più pulite sono invece Umeå in Svezia, Tampere in Finlandia e Funchal in Portogallo. Per di più, il particolato presente nelle aree maggiormente colpite raggiunge un maggiore impatto sulla salute tra le principali fonti di inquinamento atmosferico, causando più di quattrocento mila decessi prematuri all’anno in tutta Europa.

I limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, pari a 10 microgrammi per metro cubo di aria o 10 μg/m3, risulta fin troppe volte sfiorato nelle città italiane, che non brillano affatto per qualità dell’aria, risultando tra le più inquinate di tutta l’Europa. Nella lista delle peggiori città con il più alto livello di “inquinamento atmosferico” nove sono al nord: Vicenza / Brescia / Pavia / Venezia / Piacenza / Bergamo / Treviso / Milano / Torino; al sud, invece, in una così “iniqua lista” Napoli, Caserta e Palermo. Ma, grazie al cielo, in Italia sono presenti esempi virtuosi: Sassari / Genova / Livorno / Salerno / Savona / Catanzaro figurano tra le città con i livelli più bassi di Pm 2,5 sia nel nostro paese che in Europa.

 

Fonte articolo: eea.europa.eu

Fonte foto: pixabay.com

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