Durante alcuni lavori per l’adeguamento di un cavalcavia ferroviario della linea Formia-Roma, nelle vicinanze della stazione di Pomezia, sono emersi i resti di una necropoli esistita in un periodo che va dal I sec. a.C. al V sec. d.C. Dagli accertamenti della Soprintendenza, la sepoltura dovrebbe appartenere ad un contesto di storia ancora inesplorato. Al momento, archeologi e operai della società Eos Arc S.r.l. stanno conducendo approfondite indagini su una vasta porzione del luogo, che sembra estendersi ben oltre i limiti dell’area di scavo, che sembra voler indicare la possibile presenza di un vero e proprio centro abitativo. A destare interesse, tra gli altri reperti, un asse viario, riconoscibile dalla presenza di solchi carrai, e alcune strutture murarie che dovevano far parte di un complesso architettonico come una grande villa rustica.

Dall’osservazione delle strutture rinvenute emerge la divisione in due ambienti, oltre ai segni di diverse fasi di vita dell’edificio. Intanto, dalla necropoli solo parzialmente esplorata finora, sono emerse diciassette sepolture, tra le quali in una è stato trovato un anello con cristogramma, a segnalare la presenza di un inumato cristiano. Ciò sembra confermare la presenza di tombe di diversa tipologia, che coprono un periodo tra il III e il V secolo d.C., all’alba della crisi che vide l’Impero Romano affrontare le invasioni barbariche. Prossimamente, quanto rinvenuto nella necropoli sarà ospitato all’interno del Museo Civico Archeologico Lavinium di Pratica di Mare, nel borgo medievale costruito sull’antico centro di Lavinio, città sacra dei Latini. Secondo il mito, sarebbe stato il luogo del primo insediamento di Enea, l’eroe destinato alla fondazione di Roma. Il territorio di Pomezia, finora, ha restituito parte dello splendore dell’antica città: il Santuario delle XIII are, un tumulo sepolcrale identificato come l’Heroon – la tomba di Enea – delle Terme e depositi votivi.

FONTEinitalia.virgilio.it
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