Le Porte di Napoli  – Parte terza

Nei  due precedenti articoli ci siamo occupati, nel primo delle porte di cui abbiamo ancora oggi testimonianze  dirette, nel secondo di quelle di cui sono rimaste testimonianze visive in stampe e pitture. Tranne due porte, quella dei tornieri e quella del Carmine, erano tutte porte che univano la città con il retroterra. In quest’articolo ci occuperemo di tutte le porte che collegavano la città con il porto e con il mare nel XVIII° secolo e di alcune  di  periodi antecedenti.

Le porte meridionali che portano verso il mare e il porto

Delle porte che collegavano la città con il porto,  dall’ odierna piazza Municipio fino a piazza Mercato, molte erano esistenti sin dai primi anni del Medioevo, altre furono aggiunte in varie epoche e ripristinate con il vicereame, ma scomparvero tra la prima metà e gli ultimi anni del XIX° Secolo.

Carlo Celano nel “Notizie de bello e del antico e curioso della città di Napoli” descriveva 16 porte ancora in uso nel 1600 nella parte occidentale e che davano sul mare e sul porto.

1)Porta del Carmine, 2)Porta della Conceria, 3)Porta di Santa Maria a Parete, 4)Porta delle Mandre, 5)Porta dei Bottari o dello Speron del Sale, 6)Porta dello Zabo o Zabatteria, definita anche di Mezzo o dei Tornieri, 7)Porta di Sant’Andrea degli Scopari, 8)Porta della Pietra del Pesce, 9)Porta della Marina del Vino, 10)Porta del Caputo, 11)Porta di Massa, 12)Porta del Molo piccolo o di Portosalvo, 13)Porta di Olivares, 14)Porta dell’Olio, 15)Porta della Calce, 16) Porta dei Pulci.

Le porte meridionali dalla pianta Baratta 1680

Premessa

Molte di queste porte erano dei  semplici passaggi fra le mura, specie di “pertugi” spesso aperte e denominate  dal popolo stesso. Il Chiarini nel commentare il Celano le descriveva così : non decorate, non grandi , né con indizi di gangheri  e saracinesche; ma deformi, svisate, sovraccariche di case e casipole,  che paion piuttosto supporti bui e brutti, che altro”. Non facevano parte dell’ assetto urbanistico e non avevano nessun pregio artistico o architettonico, né alcuna funzione difensiva. Queste porte furono eliminate in parte durante il riassetto urbanistico di via Marina  durante il regno borbonico, molte altre furono abbattute dal Risanamento, il colpo di grazia avvenne con l’esplosione della Caterina Costa, e dai terribili bombardamenti anglo-americani subiti nell’ ultimo conflitto mondiale.

1) La Porta del Carmine

La descrizione di questa porta già è stata trattata nella parte seconda dell’articolo precedentemente pubblicato.

2) La porta della Conceria

La denominazione di questa porta deriva dall’omonimo quartiere  dei conciatori di pelli ed anche questa serviva per raggiungere il mare. Il passaggio si trovava nei pressi della chiesa di Santa Caterina in porto magno costruita da Don Pedro Di Toledo  e sostituita dal vado del Carmine nel 1748 (in piena fase di demolizione delle mura) dall’architetto torinese Giovanni Bompiede.

3) Porta di Santa Maria a Parete

La Porta di Santa Maria a Parete (poi detta per corruzione di Santa Maria Apparente, come testimoniava l’omonimo vico oggi scomparso dove sorgeva un’ antica cappella così denominata ),  era una di quelle che conducevano al mare. Ne rimase soltanto l’arco che fu abbattuto nel 1877.

4) Porta della Mandra e dei Censali

Porta chiamata “della Mandra, perchè in quel luogo macellansi le vaccine e denominata ancora de Censali perchè qui si pagano i regi censali”

La porta fu chiamata della mandra (mandria) perché conduceva al macello ed era situata nei pressi  dell’ attuale borgo Loreto. In quella  zona  in periodo posteriore fu posta una sede del dazio per il pagamento dei censi. La porta congiungeva il porto col borgo di Sant’Eligio e il mercato.

5) Porta dei Bottari o dello Speron del Sale

“quivi credo che vi fosse stata l’altra porta detta  dei bottari, e con altro nome chiamata speron del sale, perchè quivi prima fabbricavansi delle botti, e vi erano grandi magazzini di sale”  Si trovava nei pressi dello scomparso castello del Carmine eretto da Carlo III di  Durazzo nel 1383 lungo le mura  fortificate e serviva per raggiungere la spiaggia. Nei pressi di questa porta avevano sede molte botteghe di costruttori di botti.  La porta fu ristrutturata nel 1484 durante la costruzione delle nuove mura fortificate    da  Ferrante I di Aragona.

6) Porta dello Zabo o Zabatteria, definita anche di Mezzo o dei Tornieri,

La descrizione di questa porta già è stata trattata nella parte prima dell’articolo  precedentemente pubblicato.

7) Porta di Sant’Andrea degli scopari

La porta era situata presso piazza della loggia e dava su via Marinella  vicino alla cappella detta della Robattina successivamente fu acquisita dalla  famiglia Alagna, d’Alagno o Alaneo, originaria di Amalfi,che ” godette di grande nobiltà ad Amalfi, Napoli e Sicilia”; Da allora la cappella fu dedicata a  Sant’Andrea santo protettore degli amalfitani. I rappresentanti di questa nobile famiglia ricoprirono le più alte cariche in campo civile, militare ed ecclesiastico durante il periodo aragonese. Una sua rappresentante, Donna Lucrezia,  fu la prima amante di re Ferrante ed era tanto bella e potente che il popolo la considerava la vera regina di Napoli.

La cappella di Sant’Andrea

La cappella  di Sant’Andrea della famiglia Alagni  era il punto di rifermento dei fabbricanti di scope che operavano in quella zona da cui la porta prese il nome. Pur non avendo  grandi pregi architettonici  è ricordata nelle cronache del  1501 da Giuliano Passero come la porta da cui si imbarcò  Isabella, moglie di re Ferrante II, su una delle cinque galere venute dalla Sicilia per metter in salvo l’infanta  di Spagna dagli attacchi dei Francesi che avevano invaso il regno. La porta fu demolita nel 1855 e la sua  torre di difesa  venne abbattuta dopo gli episodi di colera  del 1884   che si erano sviluppati  ” in quei vicolacci sporchi “

8) Porta della pietra del pesce

per esser quivi un altro posto della dogana che si paga per questo genere di robba, trovandosene quivi sempre in abbondanza”. Portava nella zona degli orefici,dei coppolari e berrettari. Demolita nel 1855 era  nei pressi  del mercato del pesce  che si trovava in quella zona portuale .

9) Porta della marina del vino

“perchè quivi sbarcavasi prima di tutto il vino che veniva dal mare” In quell’ epoca la maggior parte del vino arrivava in città dalla costiera sorrentina. La porta fu abbattuta  nel 1968 dopo l’ultima sistemazione di via Marina quando furono abbattuti la maggior parte degli edifici danneggiati dai bombardamenti del 1943.

La porta del vino

10) Da Porta del Moricino a Porta Caputo.

“Nel vicolo  de gli armieri fu un altra porta de Monaci. perché ivi era il monastero di S. Arcangelo, quella che si chiama al presente porta dei Caputi ,anticamente   fu detta  Porta Moricino”. Questa porta che aveva Preso il nome da una nobile famiglia che lì abitava. Si ergeva vicino al pontone degli  zagarellari (venditori di bottoni e merceria varia) Era vicino ad un luogo di ritrovo dei bastasi o vastasi  (gli scaricatori di porto), gente rozza e violenta. Porta del Caputo fu abbattuta nel 1869.L’antica porta del Caputo fu sostituita in epoca vicereale dalla porta di San Giovanni, detta così perché si apriva a fianco della chiesa di San Giovanni alla Marina. La nuova porta fu resa necessaria per l’ampliamento verso il mare della cinta difensiva.

La vecchia porta, soppiantata col tempo da un supportico, sorgeva alla sinistra di piazza Larga; tuttavia i cambiamenti approntati a partire dal  Risanamento  hanno stravolto l’impianto urbanistico della zona e non permettono riferimenti in loco.

11) Porta di Massa

Era la più grande fra quelle che portavano al mare da qui si accedeva alla grande dogana il suo nome deriva del fatto che era rivolta verso Massalubrense. Scriveva  Giuseppe Sigismondi  “Quivi approdavano le filughe, che venivano dalla costiera di Massa Lubrense” Sicuramente era fra quelle più importati rivolte al lato mare per la sua importanza commerciale  per cui è stata diverse volte ampliata e ammodernata..Durante il regno borbonico per migliorare ancora il collegamento fra la città e il porto fu costruito  un alto ponte, architettonicamente interessante,  che circoscriveva  le acque del molo piccolo  e assicurava una facile comunicazione lungo la costa  fino a raggiungere la Deputazione della Salute, splendida opera del Vaccaro

L’ Immacolatella vecchia

L’Immacolatella vecchia raccoglieva tutti gli uffici portuali e la sanità marittima che controllavano  i passeggeri delle navi che venivano da fuori. Sotto le arcate di questo ponte passarono i binari della vaporiera che collegava Napoli con Portici. Con i successivi stravolgimenti urbanistici,  prima il ponte poi la porta vennero abbattuti nel 1883  e la zona è restata nella parlata popolare  “Calata Porta di Massa, da dove oggi partono i traghetti per le isole.

12) Porta del Molo piccolo o di Portosalvo

Più che una porta era un ingresso, il punto di accesso  al molo  piccolo.

13) Porta di Olivares

Era situata nella zona portuale del Mandracchio e fu edificata  durante il periodo vicereale da Don Errico di Gusman conte di Olivares dopo l’ abbattimento   della Porta  dell’olio.

14 La porta dell’ olio o dei greci

Era situata nella Zona portuale del Mandracchio. Il nome deriva dal commercio e trasporto di olio che avveniva nella zona.  Fu eliminata dopo la costruzione della porta Olivares  durante il viceregno spagnolo. La porta era  anche detta dei greci perchè vi erano molte botteghe di commercianti greci.

15) Porta della Calce

Questa era un’altra delle porte che conducevano alla spiaggia dal lato orientale. Scomparve nella seconda metà del XVIII° secolo. Era così denominata in quanto nei suoi pressi c’erano molti venditori di questa materia. Era una porta modesta come le molte altre che affacciavano da questo lato della marina. La porta fu abbattuta alla fine del periodo del vicereame nel XVIII° secolo.

16) Porta delli  Pulici

La porta prese il nome di una nobile famiglia che abitava  nei suoi Pressi, di questa porta è difficile trovare notizie storiche  oltre alla carta Baratta 1680  è  citata  anche nella “Topografia universale della città di Napoli “di Nicolò Carletti  del 1776 ove è descritta come una porta sul porto nei pressi della cappella Santabarbara da non confondersi con la Cappella Palatina del Castel Nuovo ma bensì era una cappella che si trovava sul molo piccolo e  la strada nuova della Marinella.

La porta delli  puilci si nota nelle immediate vicinanza la cappella Santa Barbara e alle spalle si nota la piazza della dogana grande

Antiche porte medioevali  che portavano al mare scomparse o abbattute prima  del XVII° secolo :

1)  Porta detta della Calcheria o di San Pietro Martire

Detta anche delle calcarcara  più che una porta era un “pertuso”,  un passaggio rozzo e senza nessuna forma architettonica. Questo passaggio fu aperto nel periodo angioino. Questo passaggio portava da Mezzocannone   per via dei Calzettari a San Pietro Martire. Fu  risistemato al tempo di Carlo II d’Angiò  e prese il nome di Porta san Pietro Martire e fu spostata ancora più avanti, verso il mare, durante il vicereame.

2) Porta Nova

“Di sotto  il monasterio di S.Severino vicino al seggio di Portanova,era una porta, chiamata  Porta Mare e poi Portanoua” Il Parrino nella nuova guida de’ forestieri  cita  una Porta Nova o Porta Novensi dai quali prese l’omonimo seggio, posta nei pressi del convento di San Severino e Sossio. Leggiamo da : “Del  origine e fundatione de seggi di Napoli di D.Camillo Tutinidel 1644. Si descrive L’arme  del seggio di Porta Nova: “Il primo si disse anticamente. Seggio di Porta Mare: si  caua dalle antiche scritture, di San Marcellino, perché non molti lungi statua da una Porta della Città vicino al mare; ma ampliandosi la Città sotto l’imperadori Greci (come se detto) racchiusero detto Seggio le nuove mura ; e iui appresso fecero una nuova Porta, e dall’ hora in poi si disse Nova, come fin hora si chiama.”

3)Porta Ventosa

“Nella Strada di Fontanola ,hoggi detta  MezzoCannone era Porta Ventosa ,donde si viciua alla marina ;e all’antico borgo di Napoli ,che era sott la Chiesa di S. Gio Maggiore e di quella porta si veggono alcune reliquie attaccate al muro  del monastero delle monache di S. Girolomo,e anticamente si   chiamua Porta  Licinia.” Il Celano ci dice che questa porta  esisteva  già dal IX° secolo. Era una porta precedentemente,denominata  “Licinia” ed era situata nei pressi dell’attuale Mezzocannone. In seguito  venne chiamata ventosa perché  volgeva al sud  al  vento di  scirocco proveniente dal mare. Il  Villani descrive quella zona piena di giunchi, e abbondante d’acqua e paludi da sembrare il Nilo.

4) Porta Arcina

La porta, difesa da una torre, era situata nei pressi della darsena del porto piccolo in una zona che era detta “Arcina” nei presi dell’attuale chiesa di Porto Salvo. Successivamente si denominò “Porta del Molo piccolo o di Portosalvo”.

5) Porta  Portella

Faceva parte delle porte che davano al mare  e si trovava sulla strada dei ferri vecchi luogo  che anticamente era detto Portelle. ” E verso il Pennino vi erano anche porte, dette le Portelle. Dove fossero le antiche muraglie tanto celebrate se ne vedono le reliquie in parte, e queste di forma quadra ed opera laterica e reticulata, benché questo anche contravertito,  poiché quelle machine di fabriche e mattoni sotto l’Incurabili, dove si dice l’Anticaglia, chi vuole che fussero parte della muraglia, chi parte del tempio, chi parte dell’antico anfiteatro”.

6) Porta  Vulpola

Si trovava fra il seggio di porto e piazza  dei lanzieri e rua Catalana.Era nei pressi  di un fortino del X°secolo detto il Castellone Nuovo che era a difesa del porto “Vulpulo” o dei pisani; successivamente prese il nome  di Porta di San Nicola.

7) Porta dei serpi

Prese il nome da una fontana  chiamata di Medusa che era nei pressi, dalla cui testa carica di serpi prese il suo nome.  Domenico Antonio Parrino  già nel suo tempo  diceva che se ne era persa la memoria.

1)Parte prima: Le porte tuttora esistenti

2)Parte seconda: Le porte di cui rimangono solo testimonianze in targhe, dipinti e stampe.

3)Parte quarta: Le porte più antiche

Pianta Baratta tratta da  http://Gallica.bnf.fr

 

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