Don Gino Samarelli, parroco del duomo di Molfetta, nel Barese, ha fatto ritorno dall’Ucraina con il bus con il quale era partito martedì sera. A bordo, con lui, oltre una quarantina di profughi fuggiti dal conflitto, tra cui disabili e mamme con bambini – la più piccola di nove mesi – come pure tre cagnolini. Una di loro, sposata ad un italiano, compie a breve trentasette anni, ed è fuggita per evitare di morire. A Leopoli la situazione è ingestibile a causa della ferocia dei delinquenti scappati dalle carceri e della violenza delle bombe. Deliberatamente armata dai russi, la criminalità sta saccheggiato senza alcuna pietà case e negozi.
Meritevole di ricordo è il sorriso di una giovane soldatessa, armata di tutto punto, che con grande tenerezza, guardava la interprete e Don Gino che cercavano di spiegare la necessità di entrare in un atrio proibito per raccogliere il proprio gruppo.