Clint Eastwood nasce a San Francisco il 31 maggio del 1930. Il padre Clinton Eastwood Senior è un operaio metallurgico precario e lavora a cottimo, dopo la grande depressione del 1929.
Il ragazzo cresce con una notevole dose di irrequietezza, spirito indipendente e ribelle (quanto inciderà nel suo futuro, umano e professionale, è scritto nelle stelle), cambia continuamente scuola, vive in un mondo tutto suo e quando la famiglia si trasferisce in Texas lui rimane in California.
Sue grandi passioni sono la musica e la recitazione, che spesso “sfrutta” per far innamorare le ragazze, ed il suo mito, da aspirante attore, era Gary Cooper.
La sua carriera ha inizio negli anni ’50 come protagonista della serie “Gli uomini della prateria” e Quentin Tarantino si ispirerà a lui omaggiandolo con il personaggio interpretato da Leonardo Di Caprio in “C’era una volta a Hollywood”.
La sua grande occasione arriva nel 1964, quando il nostro grande Sergio Leone ha il merito e l’intuito di cogliere nel suo aspetto, nel suo sguardo magnetico e nel suo volto, l’interprete ideale della trilogia che farà la storia del filone “spaghetti western”, “Per un pugno di dollari” del 1964, “Per qualche dollaro in più” del 1965 e “Il buono, il brutto e il cattivo” del 1966. Questi tre film approdano a Hollywood nel 1967 e la sua maschera, con o senza sigaro, diventa un simbolo, un’icona dell’immaginario collettivo. Tornato negli USA interpreta un altro film del genere western in “Impiccalo più in alto” del 1968.
Incontra intanto Don Siegel, altro suo grande maestro dopo Sergio Leone. Dal loro sodalizio nascono film come “L’uomo dalla cravatta di cuoio” del 1968 , western metropolitano e violento, dove Clint si rende credibile anche senza un poncho addosso e un sigaro, come nei film di Leone. Da Siegel eredita lo spirito anarchico e anticonvenzionale.
Sul set è scrupoloso, perfezionista e, soprattutto tenta di carpire il mestiere del regista, tanto che, già nel 1971, inizia a cimentarsi nella regia con il thriller psicoanalitico “Brivido nella notte”.
Sempre con Don Siegel il picco di notorietà si impenna di nuovo nei panni di Dirty Harry nella serie “L’ispettore Callaghan”, il poliziotto più duro mai visto al cinema, paladino della giustizia, anche se ottenuta con metodi ritenuti troppo violenti. Lui e Don Siegel ebbero critiche feroci, addirittura accusati di fascismo nella rappresentazione della polizia.
Negli anni successivi Clint fonda una sua compagnia di produzione, la “Malpaso” per affrancarsi dai costi esorbitanti degli Studios e affidandosi alla Warner come distribuzione. Si conquista a pieno titolo la fama del divo americano, eroe senza macchia in un mondo corrotto.
Repubblicano da sempre, più volte è stato accusato di esprimere valori di “destra” ma, al di là della politica, spesso usata strumentalmente, bisogna dire che i suoi film, soprattutto quelli degli ultimi vent’anni, hanno espresso un idealismo tutto americano, la passione per un cinema libero e senza condizionamenti politici, l’esaltazione di valori come il sacrificio, l’eroismo, l’abnegazione, la condanna dei poteri forti, la difesa dei più deboli a costo della propria vita.
Cito i più importanti, veri e propri capolavori. Gli spietati, Mistic River, Potere assoluto, Million dollar baby, Gran Torino, The sniper, Sully, Edgar Hoover, Changelling, Hereafter, Jersey Boys, The mule.
Dal carattere non facile, ha avuto una vita intensa costellata di storie sentimentali, spesso burrascose con ben otto figli, con diverse cause di divorzio, qualche volta con conclusioni velenose.
Siamo qui a celebrare i 90 anni di un monumento del cinema mondiale, con più di 80 film, soprattutto come attore, sceneggiatore e regista e spesso anche autore delle musiche. Rimangono impresse negli spettatori le sue espressioni ironiche, tormentate, enigmatiche che hanno attraversato 60 anni di storia del cinema.
Auguri, grande Clint!