Pochi giorni fa, un rover della Nasa è atterrato sul pianeta rosso.
La missione, chiamata Perseverance, ha lo scopo di cercare tracce di vita aliena in quello che si ritiene essere un antico lago, il cratere Jezero.
Grazie ad una ampissima gamma di strumenti ad alta tecnologia, il veicolo spaziale passerà i prossimi mesi vagando sulla superficie di Marte, spedendo regolarmente immagini, audio e dati scientifici ai ricercatori sulla Terra.
In attesa che Perseverance riveli i misteri del pianeta rosso, alcuni attenti appassionati hanno già scoperto qualcosa osservando le prime riprese del robot spaziale.
L’atterraggio su Marte è una procedura estremamente complicata; sono pochi i rover che riescono ad atterrare sul pianeta senza schiantarsi o danneggiarsi.
Fortunatamente tutto è andato come sperato e, dopo alcuni giorni, la Nasa ha pubblicato le immagini dell’atterraggio.
Ad un certo punto, guardando e riguardando il video, diverse persone hanno notato una particolarità nel colore del paracadute che serviva al rover per rallentare la propria caduta.
Come avrete forse già letto in un precente articolo di questo giornale, nel paracadute di Perseverance si nascondeva un messaggio segreto.
La frase, una citazione del Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt, recita “Dare mighty things” (tentare cose sublimi).
Le parole sono parte di un discorso del 1899 in cui, forse imitando l’Ulisse della Divina Commedia, Roosevelt incitava i suoi compatrioti a “provare a fare cose grandiose” e ad “evitare lo stato di coloro che vivono nella grigia penombra che non conosce vittoria né sconfitta”.
Ed effettivamente questa frase calza a pennello per quello che si potrebbe definire un “annus mirabilis” dell’esplorazione spaziale: sono infatti ben tre le sonde arrivate su Marte in questi giorni.
Oltre alla missione americana Perseverance (“perseveranza”) ci sono, infatti, sia la missione emiratina chiamata Hope (“speranza”), che la cinese Tianwen-1 (“domande celesti”).
Dopo anni vissuti come bruti nella grigia penombra, sembra giunto il momento che l’Umanità torni finalmente a fare grandi cose, cercando nuovamente se non la virtù, perlomeno la conoscenza. Facendoci sentire, nonostante tutte le sofferenze e le ingiustizie che avvengono sulla Terra, almeno un po’più fieri di appartenere alla specie umana.