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Italia in allarme per il gas: il protocollo di crisi per il nostro Paese

Crisi per lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina

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Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dei militari russi, il Premier Draghi ha dichiarato non solo lo stato d’emergenza umanitaria allo scopo di fornire il massimo aiuto alla popolazione ucraina, ma ha deciso di mettere il paese in allerta riguardo le scorte di gas. Per il momento, si tratta semplicemente di uno tra i primi step previsti all’interno del protocollo di crisi, che prevede tre differenti livelli, come monitoraggio, allarme e infine emergenza. A metà strada tra i primi due stadi, vi è lo stato di preallarme, che funge come misura di cautela per poter avviare un monitoraggio di tipo costante della situazione energetica nazionale.

Per i primi due livelli finché il mercato e le forniture continuano a funzionare non avviene alcun cambiamento nei consumi dei cittadini. Solo quando si passa alla fase di emergenza vera e propria può essere introdotto l’utilizzo dello stoccaggio strategico. Queste speciali riserve possono usate solo quando il mercato è in sofferenza, insieme alla limitazione delle forniture per alcune imprese previste dalla legge. In tempi brevi, non è previsto alcun razionamento dei consumi energetici a carico degli utenti finali. Ma, se la situazione dovesse finire per assumere i caratteri di una vera e propria emergenza non sarebbero da escludere interventi riparatori, con il Paese che provvede al riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure che vengono adottate in condizioni normali.

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