Il 17 maggio 1902 l’archeologo Valerios Stais, esaminando i reperti recuperati dal relitto, notò che un blocco di pietra presentava un ingranaggio inglobato all’interno. Con un più approfondito esame si scoprì che quella che era sembrata inizialmente una pietra, era in realtà un meccanismo fortemente incrostato e corroso, di cui erano sopravvissute tre parti principali e decine di frammenti minori. Si trattava di un’intera serie di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni, facenti parte di un elaborato meccanismo a orologeria.
La macchina originaria era delle dimensioni di circa 30 cm per 15 cm, dello spessore di un libro, montata in una cornice in legno. Il meccanismo è conservato nella collezione di bronzi del Museo archeologico nazionale di Atene, assieme alla sua ricostruzione. Sebbene gli esperti abbiano compreso l’uso di tale oggetto, ancora non si spiegano come sia stato realizzato, in quanto è talmente sofisticato da poter essere collocato almeno 1.000 anni dopo.
Fonte foto: Assunta Mango, it.wikipedia.org