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Vampiri di…SANGUINACCIO

Il Carnevale culinario, dal sangue vero a quello di cioccolato!

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Sanguinaccio

…nel passare dalla molestia del bisogno all’appagamento della sazietà, proprio al passaggio mi attende, insidioso, il laccio della concupiscenza (S. Agostino).

Lussuria per… la gola, il Sanguinaccio, tipico dolce del periodo carnevalesco, prende il nome dal termine latino Sanguis, ovvero di vivanda che ha come base il sangue di maiale, che raccolto fresco durante la macellazione e continuamente mescolato per evitare che si coagulasse, veniva poi filtrato ed aggiunto alla crema di cacao. Il tutto veniva cotto in pentoloni di rame su fuochi a legna a cui si aggiungevano poi caffè, cacao, cannella, chiodi di garofano, uva passa, oltre a zucchero per rendere il tutto più dolce; anche perché l’aggiunta del sangue dava al preparato un retrogusto acidulo.
Ma l’elemento di spicco è sicuramente il maiale, perché tocca sia la sfera del Sacro che del profano: del sacro in quanto l’animale è legato alla figura di Sant’Antonio Abate, la cui ricorrenza cade il 17 gennaio, giorno in cui comincia la festa del carnevale; sia del Profano e in particolare alla figura dell’uomo. Va Infatti ricordato che la carne e il sangue del maiale sono molto simili a quelle umane, senza contare le abitudini sessuali di entrambe le specie, in quanto non esiste una sola stagione dell’amore.
Ma il maiale ha sempre rappresentato l’emblema della smoderatezza, ed ecco l’associazione della bestia all’uomo, tanto da ispirare autori come Omero,  che fa trasformare dalla sua maga Circe gli amici di Ulisse in maiali e non in altri animali; allo stesso modo la smoderatezza alimentare che equipara l’uomo al maiale è riscontrabile nel periodo di carnevale.
Non va però dimenticato l’uso terapeutico di questo sangue, che ricco di ferro veniva assunto dalle donne durante il periodo mestruale e da coloro che erano affetti da anemia.
Nel ’92 però, l’usanza di addizionare il sangue di maiale al preparato dolce è stato eliminato per motivi sanitari, ossia per scongiurare il pericolo di infezioni in quanto veicolo di malattie trasmissibili.                                                                                                                Ma perché proprio il maiale? Perché ancora oggi come nel Medioevo in alcune campagne esiste un ciclo di preparazione dell’animale che si conclude a cavallo tra gennaio e febbraio, unico periodo in cui il contadino assapora la prelibatezza di un cibo destinato alle tavole dei ricchi.
In una vera e propria orgia alimentare, il sanguinaccio è spesso affiancato dal cosiddetto salame di cioccolato, ed è servito a comunissimi savoiardi, oppure alle famose chiacchiere, altra prelibatezza tipicamente carnevalesca.

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