A Palermo, posizionato avendo di fronte l’Ecomuseo del Mare, nella zona delle case popolari, l’artista della street art Tellas ha inaugurato l’opera grazie alla quale ha vinto l’Urban Art Contest, la composizione “Terra e Mare”.
L’operazione, nata nell’ambito del progetto di riqualificazione ideato dal comune della città allo scopo di ridare vita e dignità alle zone dimenticate della metropoli, si inserisce in un progetto molto più grande, denominato “Palermo Capitale Italiana della Cultura”, allo scopo di incrementare le possibilità di lavoro attraverso le bellezze dell’itinerario arabo – normanno, passando per le ricchezze naturalistiche, storiche e culturali.
Se tale progetto riuscisse ad andare bene in porto, non solo garantirebbe introiti con le produzioni artigianali artistiche, ma anche con la dimensione letteraria, cinematografica e culturale (tra i luoghi che ne trarrebbero vantaggi, il Loggiato di San Bartolomeo e Palazzo Sant’Elia).
Da anni le periferie italiane giacciono in un miserabile stato di abbandono, fin troppo spesso adibite a discariche urbane dove occultare le immense quantità di rifiuti regolarmente prodotti dalle città, o trasformate in bidonville dove gli immigrati e gli emarginati si rifugiano, conducendo vere e proprie “vite al limite”.
Fin troppo spesso, la delinquenza è stata in grado di trasformare le periferie in autentiche “terre di nessuno”, dove la prostituzione e la vendita di droga raggiungono i livelli maggiori di sfruttamento grazie al potere che la malavita, italiana e non, è riuscita ad imporre attraverso la paura e l’intimidazione, togliendo allo stato la sua funzione di tutela del territorio.
Solo in anni recenti, grazie a preti di strada che si sono battuti per riportare la legalità nelle periferie, pagando a volte con la vita – come Don Peppe Diana e Don Pino Puglisi – e grazie ai duri sforzi delle autorità che tali zone sono ritornate all’interno del sistema legale, anche se spesso gli “incidenti” hanno proseguito ad avvenire nonostante i tentativi di “normalizzazione”.
