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Scoperti dei “ragni” su Marte

Un curioso fenomeno sulla superficie del Pianeta Rosso

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Fonte immagine: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona

L’aracnofobia è una paura molto diffusa tra gli esseri umani e, anche per chi non ne soffre, avere a che fare con un ragno è, in linea di massima, un’esperienza spiacevole.
Che sia per colpa del cinema, della loro stravagante fisionomia o dell’imprevedibilità del loro modo di spostarsi, queste innocue bestiole sono spesso trattate con ostilità.
Ma se i più pavidi aracnofobici potevano, fino a poco fa, sperare di poter sfuggire al loro nemico trasferendosi su Marte, questa loro speme è ora sfumata.
Dei particolari “ragni”, infatti, si trovano anche sul Pianeta Rosso.

Da alcuni anni, come forse saprete, sono attive su Marte svariate missioni di esplorazione con rover e satelliti.
Grazie al fiume di informazioni mandate sulla Terra dai robot, si studiano: il clima, l’atmosfera e le risorse presenti sul pianeta. Tutto ciò in vista, si spera, di una colonizzazione umana.
Tra le tante fotografie pubblicate, in alcune immagini del 2018 apparvero, per la prima volta, delle figure aracnoidee, nere come la pece.

Subito utenti della rete e giornali cominciarono a diffondere la notizia che Marte fosse abitato da veri e propri ragni spaziali, ma, prima che la situazione sfuggisse completamente di mano, la Nasa intervenne per dare alcuni chiarimenti.
Nell’articolo “Jamming with the “Spiders” from Mars”, la famosa agenzia spaziale americana, chiarì che, nonostante la forte somiglianza, quelli nelle immagini non erano ragni, ma formazioni rocciose.
Il fenomeno dietro queste formazioni è estremamente interessante.

A differenza dell’orbita della Terra, quella marziana è sensibilmente più ellittica.
Ciò significa che la variazione delle temperature tra le diverse stagioni è estremamente elevata (si passa dai -140 gradi invernali ai 20 estivi).
Soprattutto ai poli, le variazioni estreme, causano il congelamento dell’anidride carbonica d’inverno e la sublimazione (passaggio immediato dal solido al gassoso) di questo ghiaccio all’inizio dell’estate.
La velocità repentina di queste trasformazioni causa l’esplosione delle rocce, in cui l’anidride carbonica si era congelata, creando formazioni rocciose che dall’alto somigliano ai ragni terrestri.
Perciò, grazie a quelle immagini del 2018, è stato finalmente possibile dare conferma a questo fenomeno, ipotizzato anni prima, e noto con il nome “Ipotesi di Kieffer”.

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