San Cristoforo il convento e la Chiesa di Gesù Bambino all’ Olivella
Questa chiesa è anche erroneamente detta di Santa Maria ai Monti , zona del convento di Sant’ Antonio ai Monti gestito dai frati minori francescani, in cui era ubicata una chiesetta con tale nome come già risulta ( leggenda n°83 ) dalla pianta Baratta del 1629. La stessa denominazione di Santa Maria ai Monti l’ aveva anche una parrocchia (situata presso la vicina Porta Medina), chiesa che fu abbattuta nell’ ultimo decennio del XIX secolo per fare posto alle stazioni della Cumana e della funicolare a Montesanto. Scendendo da San Antonio ai Monti verso l’ Olivella prima d’incrociare sulla destra la strada di San Cristoforo ci imbattiamo in questa antica chiesa abbandonata. La via di Sant’Antonio ai Monti era anche nota come “salita del piede di Sant’Anna”. Infatti da quella via i fedeli nel giorno della festa della Santa si recavano a renderle omaggio alla cappella del palazzo del principe Tocco di Montemiletto, che si trovava più a monte, dove era custodita una preziosa reliquia del suo piede .
Origini della chiesa
La Chiesa di Gesù Bambino sicuramente è legata a San Cristoforo (Colui che porta il Cristo) che la leggenda vuole sia il santo che avrebbe aiutato Gesù Bambino ad attraversare un fiume. La chiesa, ristrutturata tra il XVII e il XVIII secolo, risulta registrata senza nome in documenti catastali del 1880. Sicuramente era annessa all’ antico e scomparso monastero di San Cristoforo. Le uniche testimonianze di questo convento sono tre arcate che confinano col secondo piano del palazzo di via San Cristoforo all’Olivella 36.
San Cristoforo
San Cristofaro era molto venerato dai monaci benedettini che si erano insediati nel centro di Napoli intorno al IX secolo, costruendo l’ imponente complesso monastico dei Santi Severino e Sossio lasciando un più antico convento sulla collina di Pizzofalcone per le continue incursioni dei pirati saraceni . Alcuni secoli dopo, nel 1138, l’ultimo duca bizantino di Napoli, Sergio VII, molto devoto a quest’ordine, prima di lasciare la città a Ruggero il Normanno volle donare ai monaci alcuni terreni della zona collinare della città e precisamente quelli della zona Sant’Antonio ai Monti.
La nascita del convento
I benedettini per meglio coltivare queste terre vi costruirono un convento che essendo fuori le mura in un luogo appartato e isolato ben si confaceva alle esigenze eremitiche e lavorative del loro ordine : “Ora et labora”. Questo convento fu detto di San Cristoforo.
A partire dal XVI secolo la zona dove era sorto questo convento fu progressivamente urbanizzata . Venendo a mancare la funzione meditativa del convento, i frati pensarono bene di sfruttarne la funzione speculativa.
Abbandonarono il vecchio convento e successivamente lo alienarono con notevole guadagno per l’antropizzazione della zona . Tutti i terreni e gli orti circostanti rimasero sempre di loro pertinenza e con trascorrere degli anni furono progressivamente venduti e lottizzati fino agli espropri della Repubblica Napoletana dl 1799.
La chiesa
La carta catastale del 1897 presenta un vasto edificio non ancora diviso, e che potrebbe essere appartenuto all’antico monastero in cui era incastonata la chiesa. Il fabbricato, nel 1884, risultava di proprietà di tal D. Giovanni Giordano.
La denominazione “Gesù Bambino all’Olivella”, deriva dai documenti del Comitato Tecnico Scientifico del 1990, per il progetto di Variante al Piano Regolatore di Napoli.
Attualmente la chiesa è di proprietà del comune di Napoli, e versa in uno stato di indicibile degrado .
Il convento di San Cristoforo con l’annessa chiesa sorsero in una località detta “Olivella” Secondo Gino Doria tale toponimo deriverebbe da una grossa pianta di olivo che si trovava in quella zona, facendo propria la tesi del Celano del 1692 (epoca in cui il convento già non esisteva più già da qualche secolo). Un’altra ipotesi potrebbe essere, ma è solo una supposizione senza certezze storiche, che si riferisse ai benedettini che gestivano il convento che sarebbero potuti essere “olivetani”. Infatti San Cristoforo è prevalentemente venerato da questa “branca benedettina”. Diverse loro chiese e conventi sono dedicati a questo Santo.
“Come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre.”
Un prezioso dipinto del 1695 di Francesco Solimena “San Cristoforo con il bambin Gesù” è conservato in una cappella nella meravigliosa Chiesa S. Anna dei Lombardi degli olivetani (Monteoliveto).
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Fonti :
Bibliografia:
Italo Ferraro, Napoli Atlante della Città Storica – dallo Spirito Santo a Materdei, Oikos ed., Napoli 2006
Francesco Divenuto Napoli sacra del XVI secolo – Ed.Scientifiche Italiane – 1990
Gino Doria Le strade di Napoli – Ricciardo Ricciardi Editore – 1982
Foto
Sono dell’ autore.
Immagini:
San Cristoforo :da https://www.salamongallery.it/dipinti_opera.php?codice=49
I particolari della pianta Baratta : da https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b52504785x/f1.item.zoom