Home Cultura Le spade nella roccia: mito, realtà, o solo leggenda?

Le spade nella roccia: mito, realtà, o solo leggenda?

Le lame gemelle di Excalibur

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Nella regione dell’Ossezia settentrionale, e più precisamente nel canyon conosciuto con il nome di Kardavagan, esiste una lama conficcata nella roccia che risponde al nome de La spada dei carnefici, realizzata secoli fa, secondo alcuni, dal cosiddetto “Ordine dei Massoni”, ed è possibile vederla solo entrando nella gola di Kurtatinsky ed attraversando il Sentiero dei Miracoli.

Si racconta che un cacciatore soccorse un viaggiatore in difficoltà, riconoscendolo come suo nemico di sangue solo dopo, e che i due, riusciti a riconciliarsi, abbiano conficcato la lama nella pietra come simbolo della vendetta abbandonata e dell’amicizia ricostruita dopo lo scampato pericolo.

Ma, secondo una leggenda più antica, la spada dei carnefici sarebbe in realtà Durandal, la lama del paladino Orlando, cavaliere di Carlo Magno, forgiata dai fabbri Galan e Madelger di Regensburg; quest’ultima affermazione non è dimostrabile, in quanto un frammento di essa dovrebbe trovarsi in una roccia nelle vicinanze del santuario di Rocamadour.

fonte ph: santiebeati.it

Di certo, tale storia può aver fatto da spunto per la leggenda della spada di re Artù, Excalibur; ma l’ispirazione reale per tale storia potrebbe provenire dalla lama conficcata nei pressi della Cappella Montesiepi, vicino all’Abbazia di San Galgano a Chiusdino, in Toscana.

Ormai semidiroccata, e situata a circa trenta chilometri a sud-est di Siena, tale abbazia apparteneva un tempo all’Ordine Cistercense – che l’edificò nel XII secolo – in onore al santo chiamato Galgano Guidotti che, dopo una vita dissoluta, scelse di diventare eremita dopo essere stato visitato dell’Arcangelo Michele.

Come segno di rinuncia alla sua vecchia vita, fatta di arroganza, voluttà e sangue, si dice abbia affondato la sua spada in una pietra, lasciando fuori solo pochi centimetri di lama e il manico; oggi è fissata con un morsetto per via dell’ossidazione presente alla base.

Analizzata da diversi specialisti – che hanno determinato la composizione del metallo e lo stile della lama, è risultata corrispondere pienamente al periodo che va dal 1100 all’inizio del 1200, quando Galgano visse, venendo poi canonizzato nel 1181, apparendo prima delle trame basate su Arthur Pendragon nella rivisitazione di Chrétien de Troyes e altri.

Fonte articolo & immagine: sibved.livejournal.com;

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