Home News La strana morte di Alessandro Magno

La strana morte di Alessandro Magno

Il re macedone seppellito vivo

0

Nel corso della storia numerosi condottieri e grandi uomini sono morti per cause imprecisate o misteriose.

Una di queste figure è sicuramente Alessandro Magno lll° di Macedonia, divenuto re dal 336 a.C., dopo la morte altrettanto misteriosa del padre Filippo ll°.

Alessandro nacque a Pella in Macedonia nel luglio 356 a.c. e morì a soli 32 anni a Babilonia nel 323 a.C., l’odierno Irak.
Diventò celebre per aver conquistato l’immenso Impero Persiano in 12 anni, il quale  si estendeva dall’Asia Minore all’Afghanistan e all’India settentrionale. Era dotato di una spiccata intelligenza militare e diplomatica e di un fortissimo ascendente sui suoi soldati. Inoltre, per la prima volta nella storia, dette rilievo alla propaganda: perciò si portò nella sua spedizione in Persia storici e redattori con l’incarico di scrivere vari diari giornalieri.

Fece diffondere leggende sulla propria discendenza con Eracle e Achille o con altre divinità. Non cancellò le culture delle varie etnie dei territori che occupava e conquistava, bensì cercò sempre di amalgamarle, unificandole sotto il suo impero.

Alessandro morì a Babilonia nel giugno del 323 a.C. e, dopo la sua morte, l’impero macedone fu suddiviso tra tutti i suoi generali che lo avevano seguito nella sua spedizione, tra questi Tolomeo, che diede origine all’ultima dinastia regale in Egitto prima del dominio romano.

Le cause della sua morte sono sempre state dubbie: ora furono attribuite ad un avvelenamento, ora alla malaria, ora ad una cirrosi epatica dovuta all’abuso di vino, ora ad una acuta pancreatite, ora al tifo addominale seguito ad una febbre durata per ben 13 giorni. Accenni a queste probabili cause possiamo ritrovarli in opere di Plutarco o di Arriano di Nicomedia.

Un recentissimo studio scientifico, fatto da ricercatori neozelandesi, ipotizzò come causa della sua morte l‘insorgere della sindrome di Guillain-Barrè caratterizzata dall’attacco del sistema nervoso da parte del sistema immunitario. Secondo questi studiosi i medici dell’epoca di Alessandro dichiararono la sua morte prima del tempo, quando Alessandro respirava ancora. La malattia testé detta lo paralizzò per molti giorni e lo privò lentamente della capacità di camminare, parlare e respirare. La paralisi dei suoi muscoli era così forte che i medici della sua epoca non compresero che Alessandro in realtà era ancora vivo.

Non essendoci le spoglie, gli studiosi arrivarono a queste conclusioni dopo aver esaminato i resoconti storici sugli ultimi giorni del condottiero che hanno evidenziato l’inizio della malattia dopo una notte di abuso di vino ed il manifestatasi nei giorni successivi con lancinanti dolori all’addome. Gli scienziati neo-zelandesi conclusero che il generale macedone fosse ancora lucido durante la malattia, causata probabilmente da una infezione batterica nello stomaco, ma senza alcuna conseguenza per il cervello. Per di più probabilmente la sepoltura del suo corpo iniziò 7 giorni prima della effettiva morte: cioè probabilmente pare che lo seppellirono quando era ancora vivo, a causa delle loro scarse cognizioni scientifiche e per la assoluta mancanza dei supporti medici adeguati.

Ma pare che solo scienziati greci di recente, sotto la guida del dottor Thomas Geresimidis, abbiano scoperto la vera causa della sua morte, dovuta ad una necrosi pancreatica acuta che portò una grave sepsi, cioè la setticemia. Il tutto provocato da calcoli biliari e dall’abuso di alcool e pasti pesanti,  accompagnati da una febbre che durò per 14 giorni e da una progressiva insufficienza respiratoria.

La sua morte viene immortalata da un noto recente film ‘Alexander‘ che in certo qual modo fa intendere quali furono le cause della sua morte, più che altro naturali.

Per quanto probabilmente attendibile, la diagnosi degli scienziati greci potrebbe sicuramente essere confermata se si riuscissero a trovare le spoglie mortali di Alessandro, tuttora non reperibili, in quanto incerto è il luogo dove si troverebbero.

Ai posteri l’ardua sentenza!

Exit mobile version