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La Battaglia di Algeri

Quando si combatte per la libertà del proprio paese

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La guerra d’indipendenza algerina.

Un conflitto che vide opposti, tra il novembre 1954 e il marzo 1962 l’esercito francese e gli indipendentisti algerini del Fronte di Liberazione Nazionale, in uno scontro che si svolse principalmente in Algeria e, dal 1958, in Francia, a causa di una serie di attentati, e che permise il ritorno di de Gaulle al potere, insieme all’inizio di una “guerra contro-sovversiva”, caratterizzata da tecniche di contro-guerriglia basate sul controllo della popolazione la posta del conflitto. Fu solo dopo sette anni e mezzo di uno scontro senza esclusione di colpi, da una parte come dall’altra, con generalizzazione della tortura / attentati / terrorismo / rappresaglie / napalm, gli algerini riuscirono a conquistare, in una maniera incredibilmente sofferta l’indipendenza, che fu fissata il 5 luglio 1962.

A narrare l’epopea vissuta dalla sua popolazione, con uno stile asciutto e nervoso, pari allo stile usato in un cinegiornale, e coadiuvato alla sceneggiatura da Franco Solinas, il regista Gillo Pontecorvo ne La Battaglia di Algeri, vincitore del Leone d’oro alla 27ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e selezionato tra i cento film italiani da salvare. Ali La Pointe, uno dei membri dell’FLN, intrappolato in un appartamento con alcuni “compagni di lotta”, e in attesa dell’attacco dei paracadutisti francesi del colonnello Mathieu, ripercorre le varie fasi della lotta intrapresa per la libertà del suo paese: la sua fuga dalla prigione e l’iniziazione per entrare nel gruppo, fino ad arrivare alle prime fasi della rivoluzione, con la conquista della Casbah, che fungerà da base operativa per il movimento.

In seguito, parte la lotta armata, con attentati e attacchi contro la polizia francese, che impiega del tempo per passare al contrattacco, sostituita dai parà, che scelgono di catturare e rastrellare chiunque sia sospettato di collusione, senza neanche nascondere le procedure di tortura applicate per ottenere le informazioni, al prezzo di perdere ogni consenso in loco e in patria. Alla fine, Ali e gli altri moriranno per la distruzione per loro rifugio, diventando martiri per la gente che, nel dicembre 1960, riprenderà la lotta spalleggiata dai francesi, stanchi di un conflitto sanguinoso che ormai li disgusta, fino alla proclamazione dell’indipendenza, il 3 luglio 1962.

La Battaglia di Algeri – cronaca della nascita di una nazione

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