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Il frigorifero nella montagna

Un sistema innovativo per conservare gli alimenti

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Fonte immagine: 663highland - Opera propria Ikuno Ginzan Silver Mine in Ikuno, Asago, Hyogo prefecture, Japan CC BY 2.5

La refrigerazione dei prodotti alimentari è una delle invenzioni più importanti dell’epoca moderna.
Grazie a frigoriferi, freezer e sistemi di refrigerazione industriale, a partire dalla fine dell’800, è stato possibile spostare cibi freschi da ogni parte del mondo, permettendoci di variare le nostre diete e di accedere a prelibatezze prima sconosciute.
Inoltre, ha consentito di abbattere i prezzi al consumo degli alimenti, permettendoci di risparmiare su quella che per millenni è stata una delle principali spese per le famiglie.
Ma i sistemi di refrigerazione hanno un inconveniente, però, consumano troppa energia.
Con il riscaldamento globale che incombe e sempre meno tempo per fermarlo, anche questo settore dovrà, nei prossimi anni, trovare un modo per ridurre le proprie emissioni, possibilmente senza eliminare i vantaggi sopra citati.

Nella Val di Non, in Trentino-Alto Adige, gli ingegneri del consorzio Melinda hanno trovato un metodo per dare il loro contributo a questo sforzo.
Dal 2015, infatti, in accordo con la compagnia di estrazione mineraria Tassullo, è stato avviato un progetto volto a conservare le mele prodotte nella valle, all’interno di una delle miniere di dolomia, ormai inutilizzata.
L’idea si è rivelata un successo.
Nelle 34 celle all’interno della montagna sono oggi conservate 34.000 tonnellate di mele, con un risparmio energetico del 30% (1.9 Gw/h, sufficienti a soddisfare i bisogni di 2000 persone in un anno).

Ora, grazie ai fondi del Recovery Plan, il consorzio punta ad espandere la rete di celle frigorifere sotterranee, garantendo nuovi spazi di stoccaggio ai produttori agricoli della zona.
Ogni lotto (approssimativamente formato da una decina di celle) ha un costo di 10 milioni di euro, ma grazie a costi minimi di manutenzione e un risparmio in bolletta nell’ordine di centinaia di migliaia di euro l’offerta potrebbe apparire vantaggiosa a molti produttori del luogo.
Ancor prima che il progetto riceva i finanziamenti europei, il produttore di vini Cavit ha già prenotato un nuovo lotto per le sue produzioni, non è difficile immaginare che anche altri gruppi vi si uniranno nei prossimi mesi.

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